sabato 3 settembre 2011

L'insostenibile leggerezza dell'essere


Finite le vacanze estive, il rientro nella quotidianità è sempre uno shock:  la vista dei volti lunghi e depressi dei colleghi, i rincari dei prezzi, il lavoro accumulato, la polvere ammassata in casa mentre voi eravate assenti e, soprattutto, dulcis in fundo, il verdetto della bilancia. Non importa quanto siate stati attivi – scarpinate in montagna con tanto di lingua a penzoloni spessa quanto un materasso in lattice di ultima generazione, lunghe passeggiate in riva al mare che conducevano dritte dritte al gelataio dello stabilimento, corsetta mattutina nel parco schivando cacche di cane – la pesata da rientro vacanziero è sempre un colpo al cuore. Tre chili non ve li toglie nessuno. Se siete fortunate.
Personalmente quest’estate mi ero prefissata di camminare molto. E l’ho fatto.
Mi svegliavo all’alba e mi incamminavo fino al mare. Un chilometro circa di una stradina immersa nella campagna, schivando ad ogni abitazione, qualche cane incazzato nero contro il mondo e pronto ad affondare i suoi denti nelle mie chiappe rotonde. Arrivata in spiaggia, mi immergevo fino a metà polpaccio in acqua e cominciavo a camminare. A lungo, molto a lungo. Ad ogni passo mi illudevo di sentire la ciccetta sciogliersi in mare. Vedevo nella mia mente, dietro di me, le mie impronte sulla spiaggia contornate di chiazze d’unto manco che il mio corpo in dimagrimento fosse una macchina con la coppa dell’olio rotta. Quando la spiaggia cominciava a popolarsi, facevo un lungo bagno e ritornavo a casa.
Pesarsi e trovare 3 chili in più mi ha fatto scoprire una grande verità: passeggiare sulla riva aiuta ma non risolve i problemi di cellulite: è acqua di mare, non acqua di Lourdes!
Fatto sta che ora bisogna rientrare nei ranghi e, soprattutto nei vestiti. Che la dieta cominci!

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