martedì 27 settembre 2011

E fusse ca fusse la vorta bbona!

Il Dottor M, l’ho conosciuto per caso su internet.
E no, non è un veterinario.
Era uno di quei giorni di scazzo in cui navigavo alla deriva nel web. Ho trovato il suo nome, inizialmente, su vari forum che ne parlavano benevolmente poi, incuriosita, ho approfondito con una ricerca più mirata.
Individuarlo e prenotarlo è stato un tutt’uno. Pippe mentali a parte s’intende.
“E se mi tratta male? E se mi dice che sono una cicciona solo perché non riesco a chiudere la bocca? E se mi da la classica dieta prestampata? Se mi dice pure lui che ad Auschwitz non c’erano obesi, giuro, lo picchio.
La visita è stata piacevole come può essere piacevole per una balenottera umana, spogliarsi, tutta ignuda, di fronte ad un uomo che cerca di mozzicarti le cicce con un plicometro.
Nonostante ciò, il Dottor M è stato molto piacevole ed affabile, ha cominciato con una semplice frase:
“Ciao Cuorediciccia, cosa ti ha portato a venirmi a trovare?”
“ Ehm, sento che il mio corpo mi sta sfuggendo di mano, sto subendo dei processi che mi portano a dubitare seriamente sull’evolversi della mia femminilità”
“Ad una prima occhiata mi sembri una donna”
“Dottore, al giorno d’oggi, non si può mai dire”.

Conversazione sciocca e banale, ma non è capitato raramente che qualche dottorone mi approcciasse dicendo: 
“Signora lo sa che deve dimagrire?”
“Ma dai, ne è sicuro? e io che passavo qui per caso! Ero indecisa se farmi la manicure o venire qui da lei!”

Fatto sta che il Dottor M si è mantenuto sul tono scherzoso restando professionale, mi ha dedicato tempo e soprattutto spazio. La visita è durata due ore. Due ore in cui mi ha parlato del mio corpo spiegando i processi che lo tenevano su e che lo portavano a trasbordare come schiuma da un boccale di birra. Quando la segretaria l’ha interpellato perché la gente in sala d’attesa era divenuta impaziente, lui ha risposto perentoriamente che c’ero io e che al mio problema avrebbe dedicato tutto il tempo necessario.
Insomma, me lo sarei sposato in quel momento! Mai capitato un medico così!
Si attendono prossimi sviluppi!

lunedì 19 settembre 2011

Sono una donna, non sono una santa.

Da quando la mia collega sa che sono a dieta mi porta, un giorno sì e l'altro pure, un cornetto alla crema.
Il mio preferito.
Fragante.
Profumato.
Obeso di crema pasticcera.

Esiste qualche attenuante per l'omicidio derivante dall'istigazione alla gola?

domenica 18 settembre 2011

Lotte improbabili

Dopo aver sfogliato tutte le riviste disponibili della serie “Vivere magri e belli”, essersi aggiornati sul trilione di siti dedicati al dimagrimento, dopo i corsi di aggiornamento on line con docenti del calibro di Rosanna LaBertuccia, sono pronta per iniziare. Ho una cultura dietologica da far invidia, conosco tutti i processi metabolici di quel carcassone del mio corpo, mi sono aggiornata su tutte le nuove diete provenienti dall’Ammmerica
 Apro e chiudo una parentesi: com’è possibile che tutte le novità in campo dietologico vengano da un paese che ha il più alto tasso di obesità nel mondo? Due sono le cose: o ci prendono per il cuculo oppure non si applicano.
Dicevamo: forte della mia conoscenza approfondita, ho elaborato una dieta che si adatta perfettamente alle mie necessità. Sei giorni di fame ascetica e settimo giorno di stravaccamento da sfruttare nelle uscite fuori con gli amici.
Durante la settimana mi nutro così frugalmente che, un giorno, un barbone, vedendomi rosicchiare una carota, mi ha offerto metà del suo panino. Stoica ho rifiutato e sono passata a mordere un finocchio.
Il settimo giorno, come fece già a suo tempo il creatore, mi sono riposata: sono uscita e mi sono dedicata ad ogni bendiddio di ipercalorico che esista al mondo tra lo sguardo attonito degli amici che dicevano “Ma non eri a dieta?”. “Oggi è libero” ho ripetuto fiduciosa.
Certo, libero di recuperare i sei giorni precedenti. Chi non ha mai sofferto di obesità, non può capire il meccanismo che si crea. Essendo una malattia prettamente mentale, essere privati del cibo è come entrare in una sorta di crisi d’astinenza. Ritrovarselo di fronte fa vacillare la mente e la gola.
Il metodo dei 6 giorni + 1 funzionerebbe se si riuscissero a concentrare tutti gli eventi mondani in unico giorno. Purtroppo però:
“Dai, stasera andiamoci a prendere un gelato!” Certo, domani non mangio pane e recupero
“Stasera c’è la pizza no limits al nostro ristorante preferito, andiamo?” Ok, domani mangerò solo insalata
“Ho preparato un dolce, devi assolutamente provarlo” Vabbè, se proprio insisti…
E così tutti i buoni propositi vengono annegati in una cucchiaiata di profitterol cioccolatosi.
Forse l’unico modo per farcela è rinchiudersi in una capanna su di un eremo, lontano dal mondo, nutrendosi di radici. O forse no…
quante calorie avrà un mezzo chilo di capanna alla brace???

venerdì 9 settembre 2011

Pirle di saggezza: come dimagrire

Nel momento in cui decidiamo di metterci a dieta, di solito cerchiamo d immergerci in un’omertà assoluta. E’ difficile che qualcuno di sua spontanea volontà esordisca dichiarando di essere a dieta, a meno che non lo dica per evitare di assaggiare qualche catastrofe culinaria che gli propina la suocera convinta di essere la reincarnazione di qualche chef del passato. Pur mantenendo l’assoluto riserbo, purtroppo, bastano pochi gesti per essere drammaticamente scoperti.
Secondo la legge di Murphy, appena deciderete di mettervi a dieta,infatti,  attorno a voi si aprirà un lungo periodo di sagre culinarie con una sfilata di leccornie che qualcuno vi propinerà da assaggiare ASSOLUTAMENTE:
“Dai, prova la crostata di cozze ai mirtilli, l’ho fatta io, sto seguendo un corso di cucina in dvd!”
“Ehm, no grazie, sto bene così….”
“Eddai, mi offendo!”
“Non mi va, davvero, la provo dopo”
“Ma che stai a dieta???”
“io, no, assolutamente! Lo giuro!”
“Allora magna qua!”
Oppure sarà facile esser scoperti se, a pranzo, invece del solito McFraschett, un panino con triplo strato di porchetta, vi vedranno piluccare un tristissimo riso in bianco accompagnato da un petto di pollo lesso morto suicida per la depressione. Inutile dire che avete un po’ di gastrite, che ieri avete mangiato tanto, che avete lo stomaco in subbuglio o che Montezuma ce l’ha con voi. Non vi crederanno e sarete condannati ad uno dei drammi maggiori che un ciccione a dieta debba sostenere: i luoghi comuni del dimagrimento. Scagli la prima caciotta chi, messo alle strette da un conoscente desideroso di condividere le proprie pirle di saggezza dietetiche non richieste, non si sia sentito dire:
“Per dimagrire basta mangiare le cose in bianco, senza sugo "  Cose bianche come il burro?
“Basta che non mangi pane, pasta e dolci” e la variante più estrema “Non devi mangiare carboidrati”. Quest’ultima ha anche la variante temporale “Non devi mangiare carboidrati dopo le 15”. Certo, però prima di iniziare devo sincronizzare l’orologio del mio metabolismo sul mio fuso orario.
“Mangia l’ananas che scioglie i grassi” Con tutta l’ananas che ho mangiato, sono diventata socia dell’Uomo del Monte
“Bevi tanto! Usa l’acqua che elimina l’acqua!” Ma se si autoelimina, che me la bevo a fa?
“Mangia tanta insalata, hai mai visto una capretta cicciona?” Le capre no, ma conosco certe mucche che tengono una panza che fa provincia
“Bevi tanto caffè, la caffeina ti tiene sveglia e ti fa bruciare” Al momento mi rende molto irritabile, direi quasi che mi rode il culo perennemente
“Comprati l’elettrostimolatore che vendono in tv, 3 minuti al giorno e ti sparisce la pancia” Intanto me spariscono 100 euri e, suppongo che spariranno solo e soltanto quelli.
“Usa la crema anticellulite, la metti ogni sera e ti affina” Per affinarmi ci vorrebbe un’affettatrice indefessa
“Bevi litrate di the verde, ti scioglie tutta la ciccia” Ho bevuto tanto di quel the verde da essere socia onoraria del commercio equo e solidale
“Fuma così non mangi” Eccerto, magra ma con il cancro
Ecc. Credo si sia capito l’andazzo.
Finora, ho elencato i consigli più comuni a fin di bene. Ovviamente c’è sempre lo stronzo di turno, quello che ti dice:
“Basta che ti fai cucire la bocca” così ti risparmi di essere mandato a ‘fancuore?
“Hai mai provato a fare la dieta?” meno male che me l’ha consigliato, altrimenti non ci sarei mai arrivata
E, dulcis in fundo, un classico dei classici, dettomi da un dietologo molto accreditato:

"Nei campi di concentramento non c'erano grassi "  Perché lei c’è stato?

Insomma, diciamocelo, la vita di un ciccione a dieta non è delle più facili. E nemmeno quando si dimagrisce va meglio! C’è sempre un cretino che ti approccia dicendo:
“Oh mio Dio, sei dimagrita tantissimo, ma che stai male??? Non è che hai un male brutto e non me lo vuoi dire?”
Ecco…a questo punto fatevi una bella grattatina apotropaica, mandatelo a quel paese e andatevi a comprare un gelato. Alla dieta ci pensiamo domani.
Domani, ce lo insegnano, è un altro giorno.

sabato 3 settembre 2011

L'insostenibile leggerezza dell'essere


Finite le vacanze estive, il rientro nella quotidianità è sempre uno shock:  la vista dei volti lunghi e depressi dei colleghi, i rincari dei prezzi, il lavoro accumulato, la polvere ammassata in casa mentre voi eravate assenti e, soprattutto, dulcis in fundo, il verdetto della bilancia. Non importa quanto siate stati attivi – scarpinate in montagna con tanto di lingua a penzoloni spessa quanto un materasso in lattice di ultima generazione, lunghe passeggiate in riva al mare che conducevano dritte dritte al gelataio dello stabilimento, corsetta mattutina nel parco schivando cacche di cane – la pesata da rientro vacanziero è sempre un colpo al cuore. Tre chili non ve li toglie nessuno. Se siete fortunate.
Personalmente quest’estate mi ero prefissata di camminare molto. E l’ho fatto.
Mi svegliavo all’alba e mi incamminavo fino al mare. Un chilometro circa di una stradina immersa nella campagna, schivando ad ogni abitazione, qualche cane incazzato nero contro il mondo e pronto ad affondare i suoi denti nelle mie chiappe rotonde. Arrivata in spiaggia, mi immergevo fino a metà polpaccio in acqua e cominciavo a camminare. A lungo, molto a lungo. Ad ogni passo mi illudevo di sentire la ciccetta sciogliersi in mare. Vedevo nella mia mente, dietro di me, le mie impronte sulla spiaggia contornate di chiazze d’unto manco che il mio corpo in dimagrimento fosse una macchina con la coppa dell’olio rotta. Quando la spiaggia cominciava a popolarsi, facevo un lungo bagno e ritornavo a casa.
Pesarsi e trovare 3 chili in più mi ha fatto scoprire una grande verità: passeggiare sulla riva aiuta ma non risolve i problemi di cellulite: è acqua di mare, non acqua di Lourdes!
Fatto sta che ora bisogna rientrare nei ranghi e, soprattutto nei vestiti. Che la dieta cominci!