sabato 22 dicembre 2012

Sindrome della carestia annunciata


Sicuramente concorderete con me sentendo parlare de “la sindrome della carestia annunciata”.  Io la chiamo così. E’ la fame atavica che vi coglie ogni volta che decidete di mettervi a dieta. Avete presente quando dite “da lunedì, dieta!” e cominciate a mangiarvi il mondo fino alle mezzanotte della domenica? Che pare dobbiate finire tutte le scorte alimentari prima del grande giorno. ..
Come se non dovreste mangiare più in tutta la vostra vita…
Ecco, questa è la sindrome della carestia annunciata. Appena pensate di mettervi a dieta, si apre la voragine…

venerdì 21 dicembre 2012

La profezia della Maya (la)


Riassunto delle puntate precedenti:
  • Lo scorso anno conosco il Dottor M: da subito mi ispira molta fiducia e mi conquista con la sua professionalità. Il sogno tramonta quando, dopo l’ennesima dieta mi propina dei pasti sostitutivi. Io li assumo ma accuso molti fastidi, probabilmente i bibitoni contenevano qualche sostanza mal sopportata dal mio corpo. Gli scrivo per dirglielo ma lui non mi risponderà mai (aveva sempre risposto alle e-mail precedenti), probabilmente avrà inciso la breve discussione avuta durante l’ultimo controllo in cui lamentai il mio disappunto sui tempi di attesa:  appuntamento alle 18,30 – inizio visita dopo le 21. Lui mi rispose piccato che voleva essere scrupoloso con tutti e io, con la massimissima educazione, giuro, dissi che era giusto che fosse scrupoloso ma che, essendo così, era una mancanza di rispetto fissare un appuntamento ogni mezz'ora. A me sembrava logico, a lui no.
  •  Adesso, aprendo la posta elettronica, trovo una sua email di auguri. Pensate che possa scrivergli: “grazie per gli auguri, ma attendo ancora risposta all’email del giorno xxx”. Che dite, glielo scrivo???
  • Finito quest’amore di natura prettamente sanitaria, comincia lo sfacelo. Alterno giorni di dieta rigorosissima a giorni di parcheggio. Dopo mesi, ho riassaporato le patatine. Come tutte le ciccione che si rispettino, a pancia satolla, mi sono dedicata a lunghe sessioni di pianto, lacrime di coccodrillo al 100%
  •  Attualmente vivo col terrore il Natale per due motivi: 1) il cibo; 2) lo sguardo degli altri. 
  •  Lo sguardo di disapprovazione degli altri, mi porta a fagocitarmi pure l’anima con conseguente aumento   di peso e maggiore attenzione altrui, la quale, l’avrete capito ormai, porta altro cibo, ecc. ecc. in un loop infinito da cui è difficile uscire
  •   Difficile ma non impossibile
  •  A gennaio mi metto a dieta ferrea, giuro
  •  No, non ridete, lo so che l’avete già sentita
  •   Il 2 gennaio comincerò la mia fase di essiccamento
  •   No, non sono i classici propositi di inizio anno, dico davvero
  •   Io ce la farò
  •  Devo farcela
  •  E non importa quante volte cadrò, mi rialzerò e andrò avanti
  •    Non mi farò fregare dal “tanto, ormai…”
  •  ….nel frattempo però, santa pazienza, se almeno riuscissi ad uscire dalla “sindrome della carestia annunciata”…

venerdì 23 novembre 2012

Piove sul bagnato


Oggi mi sono arrabbiata.
Tanto.
Ero in ufficio quindi non ho potuto  buttarmi sulla dispensa. Avrei potuto dare qualche morso a qualcuno ma avrei rischiato di morire avvelenata.
Quindi, visto che era ora di pranzo, sono uscita. Per camminare, giuro.
Ho iniziato, più che a passeggiare, a correre: testa bassa, mani ficcate rigidamente in tasta, sguardo torvo, capelli spettinati e quell’alone di incazzatura inconfondibile. Ho camminato così per mezz’ora fino a trovarmi di fronte la rosticceria.
Il primo impulso è stato quello di entrare e ordinare tutto l’ordinabile.
Poi mi sono vista nel riflesso della vetrina: sciatta, grassa, torva.
Avessi avuto qualche brufolo in faccia, sarei stato l’esempio perfetto della reietta sociale.
Mi sono vergognata. Tanto.
Ma non di me, sia chiaro.
Non mi vergogno del mio corpo, semmai della mia forza di volontà molle come uno stracchino squacquerato.
Mi sono vergognata di quello che gli altri avrebbero visto in me: una cicciona sciatta che svaligiava una rosticceria.
Io non voglio essere una cicciona sciatta che svaligia una rosticceria.
Cioè, svaligerei volentieri una rosticceria, ma non voglio essere una cicciona sciatta.
Cioè, io non sono una cicciona, io sono una persona che si porta dietro un bagaglio in più…beh, diciamo che ho un set di valigie al seguito…
Vabbè, insomma, ci siamo capiti.
Il desiderio di fiondarmi sul cibo, cresceva di secondo in secondo...
Mi rendo conto che il 99% dei miei stati d'animo (rabbia e noia, in primis) mi portano d'istinto a sfogarmi sul cibo, incrementando la cicciosità e quindi ulteriori paronie e quindi ulteriore bisogno di cibo. L'obesità  si autoalimenta, fagocita le emozioni e le espelle sottoforma di cumuli di grasso.

E comunque, no, non ho comprato niente!

Cuodiciccia-obesità  1-0

mercoledì 14 novembre 2012

Egoparanocentria


Vi capita mai di sentirvi osservati e fuori luogo?
A me capita soprattutto quando sono in un luogo aperto, come se, in una stanza, le mura coprissero anche il mio corpaccione. Quando sono in mezzo alla strada mi sento come un bersaglio al muro con le freccette che potrebbero spuntare da tutte le parti.

E mi pare che tutti mi guardino e pensino quanto sono grassa e come mi vesto male.
Poi lo so che la gente nemmeno mi vedo, essendo io l’emblema della banalità.
Certe volte mi chiedo se sono paranoica o egocentrica.
A voi la scelta.

giovedì 8 novembre 2012

Chi NON la fa, la aspetti


Uno dei problemi che noi cicce abbiamo in comune con le secche è relativo al sistema di espulsione scorie. Già avevo accennato alle difficoltà che il cofano che mi porto dietro manifesta nell’atto di espletare le normali funzioni per cui ha senso di esistere, ma vorrei qui proseguire con l’argomento visto che non ne posso parlare con nessuno per pubblica decenza. Voi che non potete protestare, mi sorbirete, finché non chiuderete la pagina.
Il mio armadio 3 ante, volgarmente detto culo, è, se possibile, più pigro della sottoscritta in persona. Si concede raramente, diciamo un paio di volte a settimana, in modalità che vi vengo di seguito ad espletare (tanto per restare in tema):
-         cacca secca a pallini tipo quelle dei conigli. Di solito richiede sforzi abnormi pur producendo risultati appena visibili. Di qui il detto latino “parturient montes, nascetur ridiculus mus” che, per chi non mastica latino, vuol dire, più o meno: “tieni du chiappe tanto eppure non riesci a fa che na caccola de cacca”
-   al momento di cui sopra, segue qualche giorno di formazione di tappo. Ovverossia, le feci si stratificano andando a sigillare lo sfintere. Il mio corpo diventa un tino chiuso entro cui il caccume comincia a fermentare.
-         la terza fase è quella definita “esplosiva”. Avete mai visto un’eruzione vulcanica? Ecco, avete capito. Il tappo viene espulso tra forti torcimenti di panza e una colata lavica inonda il vaso igienico.
Sempre così. Il mio corpo si alterna tra stadi di avarizia estrema in cui trattiene l’intrattenibile e stadi di prodigalità in cui da il meglio di sè. 
Cacatoriamente parlando, s’intende.

mercoledì 7 novembre 2012

Blob- woman



Di cosa mai saran composte le cicce che,
per perdere due etti ci vogliono mesi,
e per prendere un chilo ci vuole un nanosecondo?
Misteri della materia oscura.

venerdì 19 ottobre 2012

La finestra sul cortile



Il mio ufficio si trova in una zona commerciale in cui è possibile trovare negozi di ogni tipo.
La mia finestra si trova proprio al centro di un “triangolo delle Bermuda” formato da: pasticceria, rosticceria, gastronomia.
La mattina, quando arrivo a lavoro, c’è nell’aria un sapore vanigliato di ogni dolcezza da colazione. Sebbene eviti di passare di fronte la pasticceria, il profumo sublime mi entra nelle narici e si incolla allo stomaco, richiedendo attenzioni che, ahimè, non posso concedere.
Dopo le 10, comincia un’orchestra sinfonica di odori che vira dal fritto succulento all’odore di pollo arrosto, dal supplì alla lasagna, dal filetto di baccalà alla bistecca.
Se è vero che occhio non vede, cuore non duole, capitolo a parte va aperto per l’olfatto.
Signoriddio, che ti ho fatto di male?
Non puoi sottopormi ad effluvi di cornetti alla crema mentre mangio una galletta di polistirolo. 
Non è corretto.
Non puoi costringermi a sentire odore di fritto mentre mangio il pescetto scondito lesso. 
E’immorale.
Non puoi olezzare l’aria di lasagna mentre si strozzo col riso bollito sciapo. 
E’ sadico.

E daje!
Che t’ho fatto???

In attesa della risposta, chiudo la finestra e spruzzo un deodorante per ambienti.
Il pino silvestre mi salverà.

venerdì 12 ottobre 2012

E mo' so cavoli (a merenda)



Ero rimasta sola in ufficio.
Quella Cosa-secca che ho per collega era in malattia (= febbre strategica da weekend lungo).
Il capo si faceva amabilmente i cavoli suoi, chiamando ogni tanto per controllare che non fossi scappata.
Io mi sforzavo di restare concentrata nonostante il silenzio imperante. 
Una noia noiosa mi annoiava.
Io odio la noia, è la miccia migliore per la fame nervosa.
Decisi di farmi un caffè. Nero, lungo e amaro.
Mi avvicinai alla macchinetta e la vidi.
Lucida, nella bustina di plastica, mostrava di sé una morbidezza delle forme che ti strappava un desiderio forte di morderla. Il sottile strato di crema che trasbordava dal biscotto innescava una cascata di acquolina irresistibile…

No, non devo prenderla! VADE RETRO! No No No!!! Io sono forte!
Ho 32 anni, T R E N T A D U E fottutissimi anni, non mi farò fregare dalla prima merendina che vedo!

Tempo di resistenza: 5 minuti e 42 secondi.

martedì 9 ottobre 2012

Ritorno col botto (in tutti i sensi!)



Come dice il detto: “A volte ritornano”.
Eccomi, sì, sono tornata.
In questo mese e mezzo di assenza sono accadute molte cose che, pian piano racconterò. Comunque, vi anticipo che sono tornata grassa (ma questa non è una novità), con qualche complesso in più (ma anche qualcuno in meno) e con taaanta fame! Insomma, avremo di che parlare!
Rileggendo l’ultimo post che ho scritto, si parlava dell’ultima visita fatta dal Dottor M e della sostituzione di un pasto con dei bibitoni. Quando me li ha prescritti, disse che ci avrei perso proprio tanto!
E infatti, non mentiva, ci ho perso veramente tanto: tanti soldi e tanto tempo!
Credo che qualche componente del bibitone - uno dei pochi riconosciuti e controllati dalla sanità italiana (che, detta così, non so se sia una garanzia) – vada in conflitto con le mie trippe, pertanto, dopo ogni bevuta mi trovo con una panza gonfia di puzzette (e questo non è carino, soprattutto se si è in ufficio) e una fiatella tale da stendere un mammuth (non per altro, si sono estinti).
Qualcuno (ad esempio tutti quelli che mi circondano) mi ha suggerito di chiamare il dottore per parlargli dei nefandi effetti. Beh…questo è il complesso nuovo che mi è venuto: e se non mi credesse? E se pensasse che mi scofano di merendine e poi vado a rompergli le balle perché non perdo peso e ho un meteorismo tale che nemmeno Bud Spencer nei suoi film migliori???
Lo so che sono pippe mentali, sto cercando di smettere, abbiate pazienza!

lunedì 20 agosto 2012

Aggiornamento cicciottoso


No, non sono sparita. Ce ne vuole per farmi sparire. Se mai sparirò vorrà dire che mi hanno inglobato in una fabbrica per mortadelle e che vi grufolerò dall'interno dei vostri panini.
Mi trovo in un posto abbandonato da internet, la connessione va e viene come il mio peso. Nella mia vita sono sempre alla ricerca di una stabilità ma né la internet key, né la bilancia, paiono intenzionate a soddisfarmi.
La visita col Dottor M andò bene, se si tralasciano le 2 ore e mezza di attesa. Mi disse che, nonostante il peso fosse costante, avevo perso ben 5kg di grasso. Ma dove dottò???
Gli chiesi una dieta più proteica perché a me riso e gallette di riso fanno cagare (solo in senso figurato. In senso letterale mi attappano) e lui mi ha abbindolato con dei bibitoni sostitutivi del pranzo di sicurissimo effetto. Ora, è vero che soffro di una ritenzione idrica fortissima tale da fare concorrenza a Sponge Bob, ma qui non calo di un etto! E se non calo, con quale spirito di abnegazione posso rinunciare al pranzo sorbendomi dei bibitoni immondi gusto fragola posticcia????
Ho chiesto al dottore un drenante ma non mi risponde, credo sia in ferie.
Intanto io continuo a gonfiarmi come un pallone aerostatico. Prima o poi esploderò, me lo sento.

venerdì 20 luglio 2012

Punizioni divine


Era ora di pranzo quando ho aperto la borsa termica. Una manciata di pomodorini mi guardava spaventata mente una scatoletta di tonno di nascondeva sotto un tovagliolino di carta.
Non immaginate quanto possano essere supplichevoli gli occhi di un pomodorino…
…ritrovarsi in pizzeria con un succulento calzone al prosciutto in mano, fieri della propria clemenza verso il rubicondo ortaggio, ha il suo lato positivo.
…ritrovarsi con una macchia di unto sulla camicia candida prima della riunione, sa di punizione divina.
Martedì ho la visita di controllo.
Si salvi chi può!

Straripanze informatiche

Questo blog rompe la cintura e si espande su Twitter!
Mi rendo conto che in questo periodo non ho il tempo per raccontare ampiamente e mi trovo a latitare nella stesura nei post ma un messaggino veloce veloce non lo nego a nessuno!

venerdì 13 luglio 2012

Che cavolo stai dicendo Willis?


A volte capita.
Entri in un negozio e taaante taglie grandi.
Il paradiso delle over 54.
Ti guardi attorno estasiata, vorresti provare tutto, anche le tovaglie all’uncinetto, che non ti è mai capitato di poter avere così tanta scelta.
Trovi un vestito meraviglioso! Guardi lo stand, cerchi la tua taglia. Ovviamente, la bellezza di un vestito è inversamente proporzionale alla possibilità di trovarlo della propria taglia:
“50, 54, 60, … Scusi signorina, non c’è la 56?”
“No, signò, qua ce solo quello che vede, perché ci sono le rimanenze, vada al negozio accanto che hanno tutte le taglie, anche quelle gigantesche, ma proprio grosse, eh eh!” sghignazza mentre con le mani mima una circonferenza esagerata.
La guardo.
Becera come solo io so essere, in preda ad attacco di solidarietà con chi ha delle taglie maggiori della mia.
Mi guarda.
Capisce.
Si corregge: “Volevo dire che nell’altro negozio c’è più scelta di taglie comode, qui abbiamo solo alcune rimanenze…”
La guardo.
Mi volto.
Me ne vado.
Le commesse dovrebbero andare a scuola di tatto.


P.S. comunque nel negozio accanto, hanno veramente tutte le taglie, chi fosse interessato, mi mandi un’email che fornisco l’indirizzo....e la commessa è più simpatica!

lunedì 25 giugno 2012

Grassitudine

Certe volte mi rendo conto di essere talmente abituata all’idea di una me cicciona di far partire in automatico gesti e pensieri che, normalmente, non dovrei avere.
Sto prenotando il viaggio di nozze e, una delle tappe, forse, potrebbe essere Venezia: un classico dei classici ma, visto il cambio meteorologico disastroso degli ultimi anni, c’è il desiderio di vederla prima che sprofondi. Nel valutare l’escursione è stato per me automatico scartare il viaggio in gondola. Ripensandoci con più calma, successivamente, mi sono resa conto che in un nano secondo il mio cervello ha fatto una serie di associazioni mentali del tipo:

gondola

instabilità

passo falso

schiattamento

caduta in mare

paperissima


Si può entrare così tanto nell’abitudine da non vedere altra soluzione?

giovedì 7 giugno 2012

I soliti sospetti


Ho comprato finalmente le scarpe a dondolo. Dico ‘finalmente’ perché, visto il costo non proprio economico, ho aspettato un’offerta specialissima per potermene appropriare.
Indossarle, le prime 3 ore, è stato fantastico: un massaggio continuo sotto la pianta del piede, la rotondità della suola che ammortizzava ogni passo, come passeggiare sulle molle…



Poi, perché c’è sempre un poi, ho notato che il dondolio era sempre meno accentuato…Sicuramente sarà stato un effetto dell’abitudine, ma…diciamocelo chiaramente, il primo pensiero è stato: “Ho schiattato le scarpe!”
Seppur tenti di convincermi con mille scuse,  non riesco ad esimermi dal pensare di averle appiattite.

Triste destino, triste.

venerdì 25 maggio 2012

La salsiccia sulla piastra che scotta


Essere ciccioni significa tante cose tra cui:
-         pregiudizi da parte di chi guarda
-         mancata accettazione di sé
-         propositi e spropositi che si rincorrono continuamente.
Ci sono giorni in cui i tre fattori suddetti si mescolano rovinosamente nel nostro cuoricino di ciccia dando sfogo a quello che io definisco “il dominio della panza sulla ragione”.
Prendiamo un giorno a caso in cui vi siete svegliati già con l’umore incline alla depressione. Mettiamo che incontrate qualcuno che vi delizia con qualche sguardo eloquente o vi apostrofa con un raffinatissimo “a buzzicona!!!!” e mettiamo pure che quel giorno anche voi vi insulteresti da soli…succederà sicuramente che vi incamminiate faticosamente lungo una sottile linea d’ombra conradiana, a metà tra la voglia di digiuno e la voglia di mettere a ferro e fuoco il frigo.
A me succede spesso. Troppo spesso, direi.
Nei momenti in cui vedo cacca ovunque manco fossi uno stercorario ad un banchetto, il mio flusso di pensiero può riassumersi così: “Adesso basta! Non mangio più, non posso andare avanti così! Per attenuare la fame berrò l’acqua a piccoli sorsi, mi nutrirò di erba, muschi e licheni come le capre montane! Mai vista una capra montana grassa, giusto? E poi devo fare tanto movimento. Devo comprarmi una tuta, sono l’unico essere al monto così abulico verso il movimento da non avere manco una tuta, tutti i giorni devo andare a correre. Magari un giorno sì e uno no che devo pure riposare. Però se corro qualcosa devo mangiare, potrei buttarmi sulle proteine che fanno dimagrire e tonificano. Voglio diventare come Swartznegger, devo essere senza un filo di grasso. Però troppe proteine da sole fanno male, magari un giorno sì e uno posso mangiare la pasta, potrei lasciarmi un giorno a settimana per mangiare qualche porcheria, certo adesso viene il periodo dei compleanni, al limite se mangio troppo la sera  il giorno mi trattengo un po’, anche se non posso mangiare troppo poco altrimenti sul lavoro mi mangio i colleghi. Certo, ora un bel ghiacciolino ci starebbe proprio bene, però se mi prendo un gelato alla frutta potrei sostituire il pranzo. Il pistacchio è un frutto? Mi sa di no, allora facciamo le creme, con panna e nutella, certo, grazie. Forse è meglio che comincio domani che oggi è andata così. Però da domani dieta, giuro!”

martedì 15 maggio 2012

Dagli amici mi guardi Iddio, che dai ciccioni mi guardo io


Non sono sparita. Il mio pc, che dio l’abbia in gloria, mi ha abbandonato una serata di questa primavera indecisa mentre, fiduciosa, mi apprestavo a metterci su le mie delicate zampette.
La visita col Dottor M è andata discretamente. Ho perso ben 3 kg di puro lardo di Colonnata, devoluti in beneficenza ad una fabbrica di mortadelle. Il Dottor M si aspettava un risultato migliore ma, signor iddio, caro dottore, qui c’è da festeggiare finché la bilancia scende, foss’anche per un solo misero etto e poco più! Chi non combatte con la bilancia non sa e non capisce cosa vuol dire perdere peso in tempi pressoché biblici e riprendere chili con tanto di interesse in spazi temporali così infinitesimali da essere quasi nulli. Per chi, come me, più che la sindrome dello yo-yo, ha un andamento ponderale simile all’oscillazione di un pendolo, il fatto che la bilancia scenda da qualche mese a questa parte è motivo di tripudio e festeggiamento.
Il commento del medico mi ha fatto venire in mente una cosa spiacevole che ultimamente noto con maggiore frequenza: il rifiuto degli obesi da parte degli ex obesi. Spesso, e con questo non voglio generalizzare, il ciccione che ce la fa prova un fastidio enorme in presenta di un obeso. Vuoi per il ricordo della sofferenza passata, vuoi per le prese in giro ricevute, vuoi per una mera legge del contrappasso, mi è capito troppo sovente che un novello pesoforma mi guardasse dall’alto in basso nemmeno fossi la merdina appena pestata di un chihuahua stititico.
Risale a qualche giorno fa il mio incontro con Divinotelma, una persona con cui ho condiviso un lungo percorso di cicce, delusioni, risate e scorpacciate. In un modo e nell’altro, ha trovato un suo percorso ed è riuscito a lasciare per strada una trentina di chili. Percorso che io non ho condiviso e che, così ho avvertito e sento tuttora, mi ha penalizzato nel rapporto con lui. E’ un po’ come se l’amicizia si fosse sciolta un chilo dopo l’altro…questo è tanto tangibile quanto i suoi sguardi sui miei lardelli, con l’occhio che pesa e misura i volumi…
Non c’è nulla che ferisce di più come l’occhio che scruta le cicce…
Soprattutto se l’occhio appartiene ad un amico, incide come un coltello sul burro 
(o sul lardo, per essere più precisi).
Un giorno ti raggiungerò anch’io. E senza compromessi.

mercoledì 25 aprile 2012

Festa della liberazione (dai chili di troppo?)


Tra 24 ore esatte ho la visita di controllo dal Dottor M con tanto di pesata ufficiale. 

Per non vanificare gli sforzi (poco sforzati, a dir la verità...) degli ultimi due mesi, oggi dovrei mangiare in maniera così parca (non porca!) da essere quasi in odore di santità...
Eppure...
...eppure, ogni volta che sono lì lì per arrivare, si attiva il tasto di autodistruzione. Oggi avrei voglia di mangiarmi il mondo. Tanta tanta voglia...
Che un virus intestinale mi salvi.

giovedì 19 aprile 2012

Zampe e zamponi


"Signora, la stavamo aspettando! Vedrà che faremo in fretta e in modo indolore!
Stavolta sono preparato, non avrà il minimo disturbo.
Vede, ecco fatto, un solo buco ed è a posto!"
Scoprire di aver scioccato talmente tanto l’analista - che la volta precedente si era operato nel forarmi ovunque pur di rintracciare le mie vene perse dietro Everest di ciccia fino a ricorrere, ultima ratio, a farmi un prelievo da una mano - al punto tale di prepararsi psicologicamente e tecnicamente al successivo prelievo fino al punto di diventare così bravo da trovarmi una vena infame in meno di dieci minuti portandosi trionfante in laboratorio una fialetta del mio sangue, fa riflettere.
Obesità di merda.

mercoledì 11 aprile 2012

Ci fai o ci sei? questo è il problema.


Insistette per andare in farmacia alle 14.00 sapendo che a quell’ora non ci sarebbe stato nessuno.
Si avvicinò silenziosa al bancone e supplicò la dottoressa con i suoi occhioni da cerbiatta:
“Mi aiuti dottoressa, mi dia un diuretico, un lassativo, qualche pillola per dimagrire. Sono gonfissima, mi sento esplodere, guardi che pancia…” disse accorata sollevandosi la maglietta.

Soggetto: Donna, 30 anni, 62 kg per 1.75 m.

Io l’accompagnavo con tutto il mio quintale ed oltre di perplessità. 

domenica 25 marzo 2012

Crisi vestiaria

Commessa: "Non abbiamo niente per lei quiiiii!!!
Solo un vero cuorediciccia conosce il dramma esistenziale derivante dalla morte gloriosa di un pantalone, deceduto con onore nell’adempimento del proprio dovere.  Oggi si celebra il commiato dal mio unico paio di pantaloni neri, adatto a tutte le stagioni, perito improvvisamente in  una calda giornata di fine marzo. Dopo due anni di utilizzo, quasi quotidiano, era così liso tra le cosce da rendere quasi le trasparenze di un velo. Poi un giorno ho avvertito un’improvvisa frescura nelle parti intime e ho capito: era andato. Definitivamente.
Nulla consuma un tessuto come l’effetto sfregamento dei coscioni ciccioni. Se le mie cosce fossero rivestite di zolfo  prederei fuoco in due passi.
Adesso mi ritrovo disperata.  Mentre cingo tra le braccia il corpo martoriato dei pantaloni, piango disperatamente sull’effetto collaterale: la ricerca di un nuovo paio! Ne vedremo delle belle…
Commessa nun te temo.

venerdì 16 marzo 2012

La maledizione del croccante mannaro

Nel mio curriculum da relitto umano, oltre ad uno strato lipidico degno di un tricheco spiaggiato, maniglioni dell’amore antipanico e doppio mento da risvolto, sono afflitta da un problema che non conosce religione, peso e razza: la stipsi. Un modo sofisticato per indicare l’incapacità di un culo tanto grande di compiere l’unica azione per cui ha senso la sua esistenza: l’evacuazione. Una pubblicità diceva che “per una grande parete, ci vuole un grande pennello”, indi per cui mi pare scontato che per una grande fame con conseguente grande ingurgito di cibo, ci vuole un notevole mezzo di smaltimento delle scorie di rifiuto prodotte dal cibo in entrata. L’apparato giusto ce l’ho e si vede: sono fiera portatrice di un deretano a tre piazze. Il problema è che, come me, anche il mio apparato digerente manifesta segni evidenti di pigrizia. Di solito, infatti, si concede a qualche manifestazione di un certo rilievo solo  ogni 4 o 5 giorni. Durante questo periodo di tempo, vi sorprenderà scoprire, come un arnese così grosso, dopo innumerevoli sforzi, produca qualche palletta di cacca durissima simile a quella che solo capre e conigli riescono ad emettere.
Queste pallette fecali sono solo il preambolo della sciagura: la formazione di un tappo.
Dopo, ci vorrà circa una settimana e un paio di supposte di glicerolo per permettere la rottura del sacro sigillo al fine di esplodere in scariche dolorose ma liberatorie.
Ma a volte accade che…
Mettiamo che, di straforo, per caso, mentre guidate, si scartocci da solo un croccante di arachidi e vi violenti con forza la bocca tuffandosi a pesce giù per il vostro gargarozzo…e mettiamo che, casualmente, tale croccante fosse avariato, forse probabilmente chissà perché stazionava da mesi nel cruscotto dell’auto oscillando ogni giorno da una temperatura di 1°C ad una di 22°C…e mettiamo che, ingordi come vi accusano ingiustamente, non ve ne accorgete finché ormai non è troppo tardi…e mettiamo che, durante la notte, vi si torci la panza con dolorosissime fitte tali da farvi temere di stare lì lì per partorire…
Ecco, avete capito.
Eppure, con le viscere doloranti, un senso di liberazione e pace mi pervade. Che volete farci, credo di essere l’unica che, mandata a cagare, risponde convinta: magari!

domenica 11 marzo 2012

L'Amore si fa largo

Solo un vero cuor di ciccia sa cosa significa doversi preparare psicologicamente ad entrare in un negozio in cerca di un abito da cerimonia. 
Soprattutto se la cerimonia è un matrimonio.
Soprattutto se il matrimonio è il vostro!
Era un sabato buio e tempestoso. In realtà c’era sole e faceva così caldo che mi sudavano le ciccette ma l’effetto dramma esistenziale mi faceva sentire in modalità brughiera.
Ero accompagnata da mia madre che erano già mesi che ripeteva il mantra “sei troppo grassa, devi dimagrire, non ti starà ma bene nulla, dovrai accontentarti e blablablablablabla”.
A volte penso che se avessi un verrucone gigante proprio sulla punta del naso, mia madre probabilmente non se ne accorgerebbe. Ma la panza, quella no, proprio non riesce a passarci su. E’ il suo cruccio vitale, oltre che il mio visto che, oltre a sorbirmi la panza, devo sorbirmi anche lei.
Entrata nell’atelier, la sua prima domanda alla commessa è stata: “Ci sono problemi visto che lei è un po’ così…”
Così come, mamma? Cicciottina? Grassottella? in carne? O vogliamo dire: con le ossa grandi???
Perdonatela, non è cattiva, è che la disegnano così. Fatto sta che scelse un diplomatico “grossa”.
La commessa non espresse alcun problema e lei si tranquillizzò un pochino.
Nello spogliarmi per la prova del vestito, il suo sguardo di disapprovazione cercava di coprirmi ogni rotolone. Nei giorni addietro non aveva fatto altro che dirmi: “comprati una guaina, un body, uno scafandro contenitivo” insomma, qualsiasi cosa potesse appiattirmi. Io, beffarda, mi sono presentata con un paio di slip di cotone sbrindellati e reggiseno. Diciamocelo onestamente: a che servono le bardature contenitive??? Forse possono appiattire qualcosa o garantire un effetto placebo psicologico ma se porti una 56 non diventerai mai una 42! E poi vogliamo mettere l’effetto trasbordanza appena cerchiamo di toglierci lo scafandro??? I rotoli vengono fuori sbrodolosi all’improvviso…lo stesso effetto di un morso ad un cornetto farcito di crema!
Fatto sta che, nonostante i suoi timori, non solo sono riuscita a trovare l’abito che mi piace ma è stato anche solo il secondo provato! Non starò qui a sottolineare di quando sono rimasta incastrata nell’abito che non riuscivo più a sfilare perché non andava più né sotto né sopra. A mia difesa posso dire che la colpa non era delle trippe, ma delle tettone spaziali che mi ritrovo. Non dimenticherò mai l'urlo della sarta: "Oddio, mi si è incastrata la sposa!"
La cosa più bella è stata quando, insaccata nell’abito, con il velo in testa, sono salita sulla passerella. 
A scanso di scaramanzie, era presente il mio magro ed alto futuro marito che, alla vista di quest’enorme meringa gigante di tulle e pizzo, ha esclamato:
“Sei bellissima!”
Eh, l’amore rende ciechi! Per fortuna!

mercoledì 29 febbraio 2012

Questioni CULinarie


Io e il cibo ci amiamo e,contemporaneamente, ci odiamo appassionatamente. 
Già esserne coscienti, dicono, è un buon punto d’inizio. 
Sono un’ottima cuoca e mi piace spesso variare e sperimentare ma, come tutti i maniaci psicotici, anche io a volte ho delle fissazioni di tipo alimentare. C’è stato il periodo del mais che mangiavo a grandi cucchiaiate nemmeno fosse yoghurt; il periodo della galletta di mais in cui sgranocchiavo in continuazione lasciando dietro di me briciole degne d'un novello Pollicino; il periodo delle arachidi segnato da dolorosissimi torcimenti di panza, e…insomma, ci siamo capiti.
Ora c’è il periodo del pollo, rigorosamente di rosticceria. Il perché mi è ignoto.
Non iniziate col dirmi che il pollo si mangia senza pelle, eretici!
A me il pollo piace croccantissimo e la parte che preferisco è il “boccone del prete”, anche detto volgarmente “culo”.
Sul lavoro, quando la sera prima, per mera pigrizia e meschina premeditazione, dimentico di prepararmi il pranzo per l’indomani, il mio pasto ideale diventa immancabilmente il mezzo polletto di rosticceria. Mi sazia per le 24 ore successive e placa la fissazione del momento. Sfiga vuole che, nel 90% del casi, la parte di pollo che mi capita è senza la mia agognata prelibatezza! 
Di solito, o trovo il pollo già tagliato o, se me lo tagliano al momento, mi danno sempre la parte sfornita.
Certo, direte voi, sarebbe così semplice chiedere l'altra parte  ma… voi mi ci vedete, così garbata e carina come io sono, a dire: 
“Aho, vojo la parte cor culo”.
Sì, insomma, ste cose le signorine a modo non le dicono…

mercoledì 22 febbraio 2012

Mission Impossible!


 Eh…pensavate che il Dottor M mi avesse chiuso in uno stanzino nutrendomi a pane ed acqua (ma senza pane che fa ingrassare) in modo da costringermi ad un dimagrimento coatto?!?!?!
Invece no! Giro ancora baldanzosamente per la città sfoggiando le mie ciccette intrepide! Motivi di lavoro mi hanno tenuto lontano da questi schermi ma ora sono tornata in tutto il mio trionfo lipidico! La visita non è andata bene. Il dottore, seppur bonariamente, mi ha rimproverato per i bagordi natalizi. Seppur abbia perso quanto acquistato durante le festività, mi sono lasciata andare alla compulsione mangereccia. E non si fa.
Come ha avuto modo di osservare, non prendo seriamente la mia condizione. Io, che da sempre combatto contro i pregiudizi legati alla ciccia, sono la prima vittima e carnefice di me stessa. Se considerassi la mia condizione simile ad una patologia, probabilmente sarei più ligia alle sue prescrizioni. Sicuramente se fossi diabetica non sfonderei la vetrina di una pasticceria per ingozzarmi…quindi, perché farlo da obesa? Non è forse l’obesità una malattia?
Devo imparare ad amare questo grande corpo e a curarlo come meriterebbe. Al prossimo controllo mancano 10 settimane, fino ad allora il comandamento è solo uno: 

martedì 14 febbraio 2012

Il peso delle ciapet

Tra meno di due ore sarò dal Dottor M per la visita di controllo.
Rispetto a due mesi fa, la bilancia è ferma. O meglio, sono ingrassata dopo Natale e sono ridimagrita nel mese a seguire. In pratica, tra alti e bassi, risultato nullo.
Che mi dirà?
Mi umilierà?
....
E se mi tagliassi una fetta di culo, riuscirei a perdere qualcosa entro le prossime due ore?
Intanto mi affido al sacro potere della diuresi...