domenica 25 marzo 2012

Crisi vestiaria

Commessa: "Non abbiamo niente per lei quiiiii!!!
Solo un vero cuorediciccia conosce il dramma esistenziale derivante dalla morte gloriosa di un pantalone, deceduto con onore nell’adempimento del proprio dovere.  Oggi si celebra il commiato dal mio unico paio di pantaloni neri, adatto a tutte le stagioni, perito improvvisamente in  una calda giornata di fine marzo. Dopo due anni di utilizzo, quasi quotidiano, era così liso tra le cosce da rendere quasi le trasparenze di un velo. Poi un giorno ho avvertito un’improvvisa frescura nelle parti intime e ho capito: era andato. Definitivamente.
Nulla consuma un tessuto come l’effetto sfregamento dei coscioni ciccioni. Se le mie cosce fossero rivestite di zolfo  prederei fuoco in due passi.
Adesso mi ritrovo disperata.  Mentre cingo tra le braccia il corpo martoriato dei pantaloni, piango disperatamente sull’effetto collaterale: la ricerca di un nuovo paio! Ne vedremo delle belle…
Commessa nun te temo.

venerdì 16 marzo 2012

La maledizione del croccante mannaro

Nel mio curriculum da relitto umano, oltre ad uno strato lipidico degno di un tricheco spiaggiato, maniglioni dell’amore antipanico e doppio mento da risvolto, sono afflitta da un problema che non conosce religione, peso e razza: la stipsi. Un modo sofisticato per indicare l’incapacità di un culo tanto grande di compiere l’unica azione per cui ha senso la sua esistenza: l’evacuazione. Una pubblicità diceva che “per una grande parete, ci vuole un grande pennello”, indi per cui mi pare scontato che per una grande fame con conseguente grande ingurgito di cibo, ci vuole un notevole mezzo di smaltimento delle scorie di rifiuto prodotte dal cibo in entrata. L’apparato giusto ce l’ho e si vede: sono fiera portatrice di un deretano a tre piazze. Il problema è che, come me, anche il mio apparato digerente manifesta segni evidenti di pigrizia. Di solito, infatti, si concede a qualche manifestazione di un certo rilievo solo  ogni 4 o 5 giorni. Durante questo periodo di tempo, vi sorprenderà scoprire, come un arnese così grosso, dopo innumerevoli sforzi, produca qualche palletta di cacca durissima simile a quella che solo capre e conigli riescono ad emettere.
Queste pallette fecali sono solo il preambolo della sciagura: la formazione di un tappo.
Dopo, ci vorrà circa una settimana e un paio di supposte di glicerolo per permettere la rottura del sacro sigillo al fine di esplodere in scariche dolorose ma liberatorie.
Ma a volte accade che…
Mettiamo che, di straforo, per caso, mentre guidate, si scartocci da solo un croccante di arachidi e vi violenti con forza la bocca tuffandosi a pesce giù per il vostro gargarozzo…e mettiamo che, casualmente, tale croccante fosse avariato, forse probabilmente chissà perché stazionava da mesi nel cruscotto dell’auto oscillando ogni giorno da una temperatura di 1°C ad una di 22°C…e mettiamo che, ingordi come vi accusano ingiustamente, non ve ne accorgete finché ormai non è troppo tardi…e mettiamo che, durante la notte, vi si torci la panza con dolorosissime fitte tali da farvi temere di stare lì lì per partorire…
Ecco, avete capito.
Eppure, con le viscere doloranti, un senso di liberazione e pace mi pervade. Che volete farci, credo di essere l’unica che, mandata a cagare, risponde convinta: magari!

domenica 11 marzo 2012

L'Amore si fa largo

Solo un vero cuor di ciccia sa cosa significa doversi preparare psicologicamente ad entrare in un negozio in cerca di un abito da cerimonia. 
Soprattutto se la cerimonia è un matrimonio.
Soprattutto se il matrimonio è il vostro!
Era un sabato buio e tempestoso. In realtà c’era sole e faceva così caldo che mi sudavano le ciccette ma l’effetto dramma esistenziale mi faceva sentire in modalità brughiera.
Ero accompagnata da mia madre che erano già mesi che ripeteva il mantra “sei troppo grassa, devi dimagrire, non ti starà ma bene nulla, dovrai accontentarti e blablablablablabla”.
A volte penso che se avessi un verrucone gigante proprio sulla punta del naso, mia madre probabilmente non se ne accorgerebbe. Ma la panza, quella no, proprio non riesce a passarci su. E’ il suo cruccio vitale, oltre che il mio visto che, oltre a sorbirmi la panza, devo sorbirmi anche lei.
Entrata nell’atelier, la sua prima domanda alla commessa è stata: “Ci sono problemi visto che lei è un po’ così…”
Così come, mamma? Cicciottina? Grassottella? in carne? O vogliamo dire: con le ossa grandi???
Perdonatela, non è cattiva, è che la disegnano così. Fatto sta che scelse un diplomatico “grossa”.
La commessa non espresse alcun problema e lei si tranquillizzò un pochino.
Nello spogliarmi per la prova del vestito, il suo sguardo di disapprovazione cercava di coprirmi ogni rotolone. Nei giorni addietro non aveva fatto altro che dirmi: “comprati una guaina, un body, uno scafandro contenitivo” insomma, qualsiasi cosa potesse appiattirmi. Io, beffarda, mi sono presentata con un paio di slip di cotone sbrindellati e reggiseno. Diciamocelo onestamente: a che servono le bardature contenitive??? Forse possono appiattire qualcosa o garantire un effetto placebo psicologico ma se porti una 56 non diventerai mai una 42! E poi vogliamo mettere l’effetto trasbordanza appena cerchiamo di toglierci lo scafandro??? I rotoli vengono fuori sbrodolosi all’improvviso…lo stesso effetto di un morso ad un cornetto farcito di crema!
Fatto sta che, nonostante i suoi timori, non solo sono riuscita a trovare l’abito che mi piace ma è stato anche solo il secondo provato! Non starò qui a sottolineare di quando sono rimasta incastrata nell’abito che non riuscivo più a sfilare perché non andava più né sotto né sopra. A mia difesa posso dire che la colpa non era delle trippe, ma delle tettone spaziali che mi ritrovo. Non dimenticherò mai l'urlo della sarta: "Oddio, mi si è incastrata la sposa!"
La cosa più bella è stata quando, insaccata nell’abito, con il velo in testa, sono salita sulla passerella. 
A scanso di scaramanzie, era presente il mio magro ed alto futuro marito che, alla vista di quest’enorme meringa gigante di tulle e pizzo, ha esclamato:
“Sei bellissima!”
Eh, l’amore rende ciechi! Per fortuna!