martedì 2 dicembre 2014

Cose che nessuno mai vi dirà sulla gravidanza

Visto che alcune di voi mi hanno scritto per sapere come si vive la gravidanza con qualche (qualche!?!? :-D ) chilo in più, vi faccio un breve accenno ai pro e ai contro di questo meraviglioso periodo!

I pro:
vi ricordate vostra mamma, quella che vi rompeva sempre le balle sul fatto che non dovete mangiare questo e quest’altro perché siete grasse? Ecco, durante la gravidanza,  invertirà pericolosamente la tendenza spronandovi a mangiare la qualunque perché il bambino deve assaggiare tutto. Vivrete uno stato di grazia culinaria.
I contro:
Sempre la mamma di cui sopra, sapendo che il bimbo è abbastanza grosso, si lamenterà: “non devi farlo crescere troppo, sennò poi da dove te lo fa uscire?” salvo poi ripresentarvi immediatamente qualche pietanza esotica che dovete proprio far assaggiare al bimbo. E dire di no, sappia telo, sarà inteso come un voler privare il bimbo di qualcosa.

I pro:
Il 99,99% delle donne incinte ha una pancia inconfondibile da portatrice di pupo. Poi ci sono io che ho la pancia di una che il pupo se l’è appena mangiato. Non so perché ma è così. Quando dico di essere incinta, immancabilmente qualcuno risponde “Non sembra proprio!” che è un modo gentile per dire “tenevi ‘na panza tanto che ora, con tanto di creatura in corpo, sei come prima, solo un po’ più gonfia”.Quand’è così mi sorge il dubbio che sia tutto un sogno e che sono solo un po’ più grassa. Per fortuna però ci pensa lui, il mio pupo, che con due calci ben assestati mi ricorda di esserci! Il vantaggio della situazione è di essere già abituata ad essere panza-munita e riuscire a portarla con disinvoltura in giro
I contro:
Nessuno vi cede il posto sul bus, vi fa saltare la fila e altre gentilezze varie. Ma qui, più che questione di panza, credo sia un problema di educazione

I pro:
Gli amici saranno tutti entusiasti all’arrivo della notizia!
I contro:
Spariranno tutti. Resteranno solo quelli con prole che vi staranno vicino per solidarietà. Gli altri, per motivi che ignoro, tenderanno a dileguarsi. Se sollecitati, risponderanno di vivere un momento no, per poi tornare nell’oblio.

I pro:
Vostro marito/compagno o chicchessia vi coccolerà più del solito, anche a livello gastronomico
I contro:
Vi minaccerà che, subito dopo il parto, vi toccherà una dieta ferrea. Tanto per cambiare!

I pro:
Le vostre tette raggiungeranno livelli inimmaginabili
I contro:
Si ammosceranno appena finito l’effetto gravidanza

I pro:
Al corso preparto vi confronterete con altre donne e con le loro esperienze personali
I contro:
Scoprirete di non avere nulla a che fare con loro…mentre la loro prima domanda all’ostetrica è stata: “quando si può tornare in palestra?” voi vi siete soffocati dentro un “quando posso rimangiare il prosciutto?”

(continua...)





venerdì 17 ottobre 2014

Post ad alto contenuto di grassi

C’è chi ha voglia di cocomero a dicembre, chi di ostriche e champagne, chi di cachi della paupasia.
Dicono che dietro le voglie ci sia il gusto del bimbo che inizia a manifestarsi e quindi…
C’è chi ha voglia di gelato al carciofo e chi di caviale di storione, chi di sushi e chi di pinne di squalo che non so nemmeno se siano commestibili.
C’è chi ha voglia di zuppa di cipolle e chi di prosciutto di daino, chi di birra ai 15 luppoli e chi di patate coltivate su terreno lunare.
Poi ci sono io.
Durante le nausee avevo voglia di pop corn e di cipolline in agrodolce.
Poi mio figlio, crescendo in pancia, ha manifestato tutto il suo essere: rustico e casereccio, come la sua mamma. Sono mesi che mi sussurra da dentro: mortadella, mortadella, mamma, mangia la mortadella!
Prima che capitasse a me, non avevo ben capito cosa fosse questa roba delle voglie. Pensavo che fosse un desiderio che partiva in automatico alla vista del cibo X, un po' come quando, per esempio, capita di sbavare di fronte alle vetrine di una pasticceria. 
Niente di più sbagliato.
La voglia parte in un momento improbabile del giorno, senza che venga innescata da alcunché.
Ha un’intensità tale da farvi sembrare in crisi d’astinenza. Non ci sono giustificativi atti a tranquillizzarvi che tengano: ogni poro della pelle, ogni singola papilla gustativa, ogni cellula chiede quel cibo, anche se fosse il più improbabile possibile.
Vi svegliate al mattino e, mentre sorseggiate il cappuccino pensate: ci potrei inzuppare dentro la mortadella!
Giocate con il cane e vi domandate:  chissà com’è giocare con la mortadella!
A pranzo mangiate la pasta e pensate: ad avercelo un bel timballo con la mortadella!
Guardate un film e reclamate: che cane di attore, è più espressiva la mortadella!
Andate a fare shopping e urlate: la mortadella è in saldo!
Andate a letto e vostro marito vi sussurra parole d’amore: “hai detto mortadella caro?”
Leggete un necrologio e vi angustiate: è morta Della!

…capite cosa intendo??? 

domenica 7 settembre 2014

Ironia della sorte

E poi ci sono sempre quelli che ti dicono:
“Non sembri incinta!”
Oppure
“Sembri dimagrita!”
E rimane il dubbio se veramente stiano cercando di farti un complimento o l’esatto contrario. Nel dubbio sfoggio sempre la stessa risposta corredata con un sorrisone a 342 denti:
“Lo so, partivo già avvantaggiata!”

Tanti anni a sentirsi chiedere se fossi incinta e, ora che lo sono veramente, non ci crede nessuno! Panza mia, che mi combini!

lunedì 25 agosto 2014

Superstizioni

“Mio marito ha un’infezione all'occhio, glielo tocchi?”
Guardo il marito. Guardo la donna. Riguardo il marito: ha un occhio gonfissimo e arrossato, non riesce quasi a tenerlo aperto. Rispondo:
“Forse è orzaiolo, perché non va dal medico?”
“Seee, lasciamoli perdere i medici! Toccagli l’occhio!”
Guardo l’occhio arrossato. Guardo l’uomo nascosto dietro il bubbone. Guardo la donna. In tv, il tg parla dell’ebola e di altre amenità infettive. Chiedo:
“Perché?”
“Lo sanno tutti che, se l’occhio gonfio è toccato da una donna incinta, guarisce all'istante, dai toccalo!”
Guardo la donna, guardo l’uomo e la sua protuberanza.
Guardo il calendario. L’anno è giusto, ricordavo bene, siamo nel 2014.
Faccio una scrollata di spalle, non dico nulla, mi alzo e me ne vado.

La sera racconto tutto a mio fratello.
Lui mi dice: “Io so che se una donna incinta ti cammina addosso, ti passa il mal di schiena”
Lo guardo. Mi guarda. Capisce che ha detto una cazzata. Penso a quanto peso e gli dico:
“Credo che se ti camminassi addosso, il mal di schiena sarebbe il tuo ultimo problema”

Anno 2014: il nuovo medioevo.



domenica 24 agosto 2014

Deja vu

Prima visita dal ginecologo con esame delle B-HCG positivissimo. Il medico stila un elenco infinito di esami da fare, finchè arriva alla fatidica frase:
“Signora, lo sa che deve dimagrire?”
Questa frase mi sembra di averla già sentita…
“Ovviamente non può fare la dieta ora ma deve eliminare carboidrati, zuccheri e affini”
Meno male che non devo fare la dieta…
“Adesso le do un depliant con le norme della corretta alimentazione, se prende troppo peso fa male a lei e soprattutto al bambino”
Evvai, iniziamo coi sensi di colpa!
“Elimini i carboidrati e andrà tutto bene, segua bene il depliant”.
Torno a casa e guardo ‘sto depliant: c’è scritto di mangiare, oltre a frutta, verdure e proteine, anche 3 porzioni di carboidrati al giorno che servono allo sviluppo del bambino. Che il medico abbia mai sfogliato ‘sto depliant?

Nel dubbio si cambia. Medico ovviamente.

sabato 23 agosto 2014

Annunciazione

Nell’assenza delle settimane scorse, non ho più comunicato una grandissima novità che avevo pre-annunciato nei mesi scorsi e per cui attendevo conferma: la mia panza, sfoggiata per anni inutilmente, ha trovato finalmente uno scopo: contenere un cuoricino che batte!
Per ora tanta emozione, tanta paura… e tanti pregiudizi!

Ho visto e sentito cose che voi magre non potere immaginare… sono qui per raccontarvelo! Aspettatemi!

domenica 17 agosto 2014

Ferragosto: dieta mia non ti conosco

Non c’è nulla di peggio, per una donna di facili dolciumi come la sottoscritta, di passare il ferragosto tra i parenti goderecci, figli dell’antica stirpe di Pantagruel. Una settimana di ferie diventa una settimana di bagordi che si traduce in un anno di dieta drastica per tamponare i drammatici effetti dell’esubero calorico di una manciata di giorni.
Si comincia col il giorno di ferragosto: l’intento, puramente teorico e quasi innocente, di una grigliata in compagnia; il risultato, in pratica, di una devastante sagra culinaria.
  1. Antipasto di salumi misti  e formaggi. Tradotto: sinfonia di prosciutti, salami e caci, la cui sapidità, com’è noto, è smorzabile solo dietro bevute interminabili. Rigorosamente di vino, bianco o nero indifferentemente (la gola non conosce razzismo). Per gli astemi, si consiglia di spegnere l’incendio del palato con cola e altre zozzerie zuccherine e friccicose;
  2.  Per restare leggeri, niente lasagna ma pasta al ragu con spolverata di parmigiano: quantità della pasta non definibile, il tanto che basta per traboccare dal piatto. Quantità di macinato sufficiente al remake del film “piovono polpette”. Quantità della spolverata di parmigiano assimilabile alle nevicate sul monte bianco;
  3. Nell’attesa della grigliata: bruschettone al pomodoro inzaccherato di olio abbondante. Per la corretta riuscita della ricetta, l’olio, rigorosamente extravergine di oliva spremuto a freddo, deve essere così tanto da garantire una bella macchia sulla maglia pulita indossata per l’occasione. Se non c’è la macchia, il bruschettone non è riuscito. Quantità del pane per ogni fetta bruschettata: almeno un etto, sennò la gente ci parla dietro;
  4. Sempre nell'attesa della grigliata: pannocchia di mais alla brace, da mangiarsi appena tolta dal fuoco, deve essere garantita almeno un’ustione di terzo grado;
  5.  Finalmente la carne: tipologia indistinta, purchè abbondantissima.  Ogni pezzo di carne deve essere irrorato da fiumi di vino e accompagnato da pane casereccio, pena l’annullamento dell’operazione;
  6. Il dolce, di qualsiasi natura, spesso rifiutato col barbaro coraggio dell’ammissione ad alta voce: “niente dolci, io ci tengo alla linea”;
  7. Caffè, ammazzacaffè e liquori di dubbia natura, spesso distillati in casa, il cui effetto sarà pagato amaramente negli anni da un fegato incolpevole di tali nefandezze;
  8.  Acqua e limone: immancabile perché, si sa, il limone sgrassa. Lo dicono pure nelle pubblicità dei detersivi, se vale per i piatti, varrà anche per lo stomaco, no?

Durata dello sfacelo: ore.
Epilogo: panza gonfia tipo mongolfiera, bottone del jeans saltato e indagato per omicidio preterintenzionale, camicia unta e bisunta, coma glicemico in atto…eppure
eppure non manca mai quello che dice: “E’ avanzata tanta roba, stasera a casa mia che la finiamo!”
E così, dopo il pranzo anche la cena.
E a cena avanzerà altra roba che sarà il pranzo del giorno successivo e di conseguenza nuova cena, in un circolo vizioso che verrà interrotto solo da un tempestivo lunedì lavorativo!
Al momento del commiato le solite promesse: “mo’ basta”, “ da domani dieta”, “domani solo verdura scondita”, “la prossima mangiata si fa a Natale” ma dietro l’angolo si addensano già, come neri nuvoloni, prospettive di compleanni e cerimonie, destinate a non essere da meno di pantagruel e della sua stirpe.
La cintura trema, il pantalone traballa, lo stomaco guaisce.

Tremate: le feste son tornate!

venerdì 8 agosto 2014

Chi non dimagrisce, si rivede!

Ritorno dopo un lungo periodo di latitanza: chiedo perdono a tutti quelli che mi seguivano costantemente.
Negli ultimi mesi sono cambiate diverse cose che mi hanno “rubato” un po’ di tempo.
Ve le racconterò nei giorni a venire, diciamo che in primis ha inciso il lavoro.
 Il
licenziamento imminente è diventato un part time, molto “part” a livello di stipendio e poco “time” a livello di riduzione dell’orario: in pratica la stessa mole di cose da fare in un tempo ridotto con un deciso taglio dello stipendio. ..ma poco è meglio di niente, no?
Questo, sebbene mi abbia “regalato” un pochino  di tempo in più, mi ha reso anche più stanca e appannata, tanto che appena  finito di lavorare, l’ultimo pensiero era destinato al pc e alla scrittura. Chiedo venia.
Adesso finalmente sono arrivate le ferie, ho davanti a me giorni pieni di sole (se la pioggia lo consente), pieni d’amore e di relax!
Quest’anno poche paranoie per la prova costume tipica dell’estate. Mi sto preparando direttamente per la prova costume di carnevale! Ho un costume alla moira orfei con tendone da circo annesso che mi sta una favola!
Quindi via di sfoggio di rotoloni, ciccette e braccione: con tutto quest’equipaggiamento non temo di non riuscire a restare a galla! Si parte per la spiaggia piena di buone intenzioni, le stesse di sempre: panza all’aria sull’asciugamano a due piazze nel tentativo di perdere il color verde acido della mia “abbronzatura invernale”, bere tanto e di più nel tentativo di liquefare strati cellulitici di storica memoria,  lunghe passeggiate in riva al mare nella speranza di perdere qualche chilo per strada… a ben pensarci chissà perché finisco sempre per scambiare l’acqua di mare con l’acqua di Lourdes!
Vabbè, tentar non nuoce!
Io ci sono. E voi?

venerdì 27 giugno 2014

Non cercate di salvarmi, grazie.

Ci sono giorni in cui il mio angelo custode si distrae e il destino beffardo si diletta a farmi trovare dietro l’angolo figure di cacca non indifferenti.
Erano le 14 circa. Ero per strada con una persona con cui lavoro.
PER FORTUNA non c’era nessun altro in giro visto l’afa che gravava fin dal mattino.
Nessun altro tranne uno.
Trattavasi di individuo con sandalo e calzino (e già qui stendiamo un velo pietoso), viso arrossato e visibilmente accaldato, panza d’ordinanza da bevitore di birra incallito, sguardo perso nel vuoto.
Parlavo col collega quando
“Signorina! SIGNORINA!”
Mi volto. L’unico essere femminile presente ero io. Ce l’aveva con me. Indubbiamente.
“Dica”
“La vuole una dieta per dimagrire?”
Guardo il collega. Il collega guarda me. Il criceto che ho in testa comincia a correre furiosamente nella ruota cercando di formulare un pensiero sensato.
Rispondo: “No grazie, sto bene così”
Il collega sghignazza e bofonchia “ma quello non s’è visto? È il doppio di te”
E quello insiste: “Signorina! Vedrà come la farò dimagrire, ho una dieta portentosa!”
Io ancora incredula, col criceto svenuto sulla ruota per la fatica, insisto: “Grazie, sono esattamente come vorrei essere”
Il tizio alza le mani in senso di resa e se ne va.
Il collega continua a sghignazzare “Era il doppio di te!”
Io non riesco ancora a credere a quello che è accaduto.

Andrà mai di moda farsi una padellata di cavoletti di propri???

lunedì 9 giugno 2014

Afa (ngul)

Benvenuta Afa.
Mi mancavi.
Mi mancavano i cali di pressione, le gambe pesanti come piombo e gonfie da far invidia all’omino michelin.
Mi mancavano i gelati ovunque che tanto la voglia non mi era passata nemmeno col freddo e col gelo.
Mi mancavano le persone che girano mezze nude mentre io arranco col burqua antirotolino.
Mi mancavano i sandali tutte stringhe che si divertono a tagliuzzare i miei piedi di caciotta.
Mi mancavano le caviglie così gonfie da rendere la gamba un unico tronco di cicciosità.
Mi mancava il sudore ovunque, spalmato subdolamente in ogni piega della pelle.
Mi mancavano i cetrioli che non riesco a digerire e i meloni che sono anche peggio.
Mi mancavano le zanzare assatanate e le mosche fastidiose.
Mi mancava il profumo di pecorino di alcune persone in metro.
Mi mancavi afa.

A noi due.

giovedì 15 maggio 2014

Istigazione

Donna antipatica che mi sta sulle balle già da due secondi dopo averla conosciuta e che parla a vanvera del più e del meno: vista la reciproca antipatia, dopo una serie di rintuzzi sul peso, cercando di mettermi in difficoltà, se ne esce con una considerazione del tipo:
“Ho 40 anni ma sembro ancora una ragazzina! Guarda che vitino da vespa! Porto ancora gli abiti che indossavo a 20 anni, non credo che anche tu potresti dire lo stesso!?!”
Io, con un sorriso enorme: “Ti sbagli! Anche io porto ancora gli abiti che indossavo a 20 anni! Ero grassa esattamente come oggi, qualche problema???”

Sono contro la violenza ma per alcuni farei volentieri un’eccezione.

L'importante è non dar loro soddisfazione.

domenica 27 aprile 2014

Toc toc, c'è nessuno???

Per chi mi ha scritto chiedendomi che fine avessi fatto, per chi ha fatto un sospirone di sollievo all’idea che mi fossi tolta dalle balle, per chi mi ha supportato e sopportato in silenzio, per tutti voi…
Sono tornata!
Che culo, eh! Vi sono mancata?
Ho passato un brutto periodo, a volte sembra che la vita si diverta a concentrare nello stesso lasso di tempo tutte le catastrofi che potrebbe spalmarti tranquillamente nel corso degli anni.
La sorte soffre di crisi bulimiche, ormai ne sono certa: passa mesi ad ignorandoti completamente, per poi scatenarsi con un attacco di sfighe a raffica.
Nell’ultimo mese non mi sono fatta mancare nulla. Quando ho pensato che non sarebbe potuta andare peggio di così, la sfiga si è sentita sfidata e mi ha dimostrato che mi sbagliavo.
Non mi sono arresa, amiche/amici miei. Ho raggiunto il fondo solo per darmi la spinta per risalire. Da quando mi sono imposta di cercare il lato positivo dietro ogni vicenda, sfrutto i momenti di crisi per cercare di imparare a conoscere sempre meglio lati di me che restano sopiti nei momenti di stasi. Mentre in passato affrontavo le crisi con umor nero, oggi le sfido con un sorrido e un “passerà” che non mi ha mai deluso.

Dopo tanta tristezza, come la legge di compensazione insegna, è arrivata anche la gioia. Nei giorni a venire ve ne farò partecipi. Per tutti coloro che mi hanno cercato oltre queste pagine:

giovedì 13 marzo 2014

Domande esistenziali: il non senso. Da leggersi durante un leggero stato confusionale.

A volte mi chiedo perché sono così.
Altre volte mi limito ad ignorarmi.
Quando sono nella fase “dubbi esistenziali mode-on” vado in cerca di risposte che non ho e finisco per darmi delle giustificazioni che poi, tutto sommato, non sono proprio improbabili. O almeno credo.

La prima cosa che mi chiedo sempre è: che diamine è il senso di sazietà? Esiste veramente o si tratta di uno stato teorico ipotizzato da qualche luminare de noantri?
Io oscillo, perennemente, dallo stato di “sto a dieta, mangio poco” a “sono un tritarifiuti, fate di me ciò che volete”. In nessuno dei due stati, tantomeno in quelli intermedi, ho mai avuto il piacere di conoscere il signor Senso Di Sazietà. Solo una volta, ricordo, dopo un’abbuffata di quelle che ti lasciano il dubbio sull’effettiva capacità volumetrica di uno stomaco, mentre ero sul punto di vomitarmi anche l’anima, per un attimo mi è sembrato di vedere da lontano un senso di troppo-pieno che però si è subito dileguato.
Negli anni mi hanno sempre spacciato questa fame atavica come un bisogno di riempire la mia voragine interiore…ma diamine! Il fondo non lo tocco mai! Anche le depressioni più profonde della terra, - dai canyon alle fosse oceaniche - hanno una fine. La mia dov’è?
Mi dicevano e mi dicevo: mangi perché sei triste.
Poi sono stata contenta e ho mangiato lo stesso. Solo con più gusto.
Facendo anche finta che la psiche non c’entri, soffermandoci solo su una mera questione fisica, per quanto uno stomaco possa dilatarsi, è possibile che non si riempia mai?
Dopo anni di analisi e di studio approfondito, questa è la mia risposta: lo stomaco di talune persone (me) non è collegato all’intestino, bensì conduce direttamente in una realtà parallela di capienza illimitata dove le grandi moli di cibo vengono digerite e restituite alla realtà sottoforma di adiposità diffuse.

La seconda cosa che mi chiedo spesso è collegata alla prima: cos’è che ha innescato quel senso di fame che non riesce ad avere fine?
Qui la risposta è arrivata subito: i bambini dell’Africa. Da quando mi hanno detto che se non avessi mangiato sarebbero morti tutti di fame, io non ho potuto tirarmi indietro. Per dovere morale, mi sono sempre curata di non lasciare mai avanzi nel piatto – mio o altrui – in modo da salvare l’infanzia africana. Ancora però non mi giustifico come, nonostante il mio sacrificio, si continui a morire di fame nel mondo. Forse c’è qualcuno tra voi che lascia avanzi nel piatto?

La terza cosa che mi chiedo quotidianamente è: che cosa gliene importa agli Altri se io sono grassa?
Nell’era che si definisce moderna, aperta, tollerante e altre amenità varie, tutto è lecito fuorché la grassitudine.
S’intenda per grassitudine l’attitudine ad esser grassa, non solo fisica ma anche mentale.
Io – mi pare di ricordare – non ho mai chiesto a nessuno di portarmi in braccio - marito escluso che educatamente ha rifiutato -.
Né mi pare di aver mai tolto il pane di bocca a qualcuno.
Tanto meno ho preso a panzate la gente per strada, o rotolato per un declivio investendo tutti, o aspirato più ossigeno del dovuto, o fatto chissà quale gesto per meritarmi questo disprezzo.
Quindi, mi chiedo, cari signori cicciofobici, qual è il vostro problema?
Occupo troppo spazio? Vi oscuro la visuale? Vi rubo il cibo dal piatto?

A queste considerazioni non ho risposta alcuna se non una citazione rubata: io sarò grassa ma i pesanti siete Voi!

venerdì 7 marzo 2014

Slogan motivazionali

Oggi il mio capo, in un attimo di allucinazione indotta da una dose massiccia di caffeina, cercando di esortarmi alla positività, mi ha urlato:

"Steve Jobs lo diceva sempre: siate affamati, siate folli!"

Non ho avuto il coraggio di rispondergli visto lo stato di esaltazione in cui versava... ma non ho potuto fare a meno di pensare:
"Boss, sull'affamato parto avvantaggiata, sulla follia poco ci manca!"

giovedì 6 marzo 2014

Lezione 1. Come farsi mandare a quel paese in pochi secondi ma con grande soddisfazione.

Parlando con una tizia che si vantava di quanto figo e bello fosse il suo pastore maremmano e di come lo facesse (soprav)vivere in un piccolo appartamento:
"è già il terzo maremmano che ho, li prendo proprio da un pastore in Abruzzo che ha  i maremmani purissimi con ancora l'istinto del guardiano di greggi!"
...
"hai molti greggi da farti sorvegliare in casa?"

...la faccia inacidita e il suo "stronza" a fior di labbra non hanno prezzo, per tutto il resto c'è Mastercard!

mercoledì 5 marzo 2014

Non ci vedo più... dalla fame!

Avevo/ho un problema ad un occhio. Da circa un anno mi trema la palpebra dell’occhio destro che, per non essere da meno, si infiamma e lacrima.
Dopo varie insistenze, ho deciso di prenotare una visita dall'oculista.
“Finalmente ce l’hai fatta! Non capisco perché odi tanto i medici!”
“Tanto lo so come va a finire, qualsiasi problema abbia diranno che è colpa del grasso”
“Ma dai! Ti sei fissata con questa scusa! Che c’entra il peso con gli occhi???”
“Accompagnami e ti farò vedere!”
Arrivò il giorno della visita.
Saluto il medico, gli spiego il mio problema e la prima cosa che mi dice è:”Lei mangia bene?”
“Sì…”
“Perché potrebbe essere anche un calo vitaminico. Lei mangia bene???”
“Sì!!! E nei periodi di maggior calo fisico, prendo anche un multivitamico” 
Tiè!
Prosegue la visita, controlla la vista da lontano e poi quella da vicino. Vi giuro su quello che vi pare che, per vedere se ci vedevo bene da vicino, mi ha fatto leggere un breve testo che parlava della corretta alimentazione!!!!
Fa l’esame del fondo oculare e ricomincia: “Lei mangia bene?”
…e tre!!! 
“Sì, dottore, mangio bene!
“A volte è solo una carenza vitaminica…”

…eh, dottò, fattela una cura di fosforo!!
“….perchè magari uno non mangia né frutta né verdura, magari potrebbe mangiare una banana ogni tanto”
“Mangio sia frutta che verdura e, le ripeto, prendo anche un multivitamico”
“E’ importante mangiare bene, altrimenti si ha una carenza di nutrienti…”
…s’è rotto il disco…
…e quindi le prescrivo un integratore di vitamine e sali minerali!”
“E il multivitaminico che già prendo?”
“Lo sospenda e mi raccomando mangi bene”


Devo informarmi se insultare un medico nell'esercizio
delle sue funzioni sia un reato. Se non lo è, ne approfitto e mi sfogo.

Per la cronaca: - ad una settimana di “cura” l’occhio è ancora tremolante, infiammato e lacrimoso.

venerdì 28 febbraio 2014

Un premio per me e per voi!

Con sorpresa e con un sorriso, annuncio di aver ricevuto, non uno, bensì 2 premi, il cui scopo è quello di dare visibilità ai piccoli blog con meno di 200 followers.

La prima nomina l’ho avuta da Andy Caruso
La seconda da Dipendente Cronica

Ci sono cinque piccoli passaggi da effettuare:

1- Ringraziare e mettere il collegamento all'autore del sito che ci ha assegnato il premio.
2- Rispondere alle 10 domande poste da chi ci ha nominato.
3- Nominare altri 10 siti con meno di 200 seguaci.
4- Proporre ai nostri candidati 10 domande.
5- Andare sui singoli siti e comunicare loro la nomina.

Ringrazio Andy Caruso e DipendenteCronica per la possibilità di poter conoscere meglio ciò che scrivono e di passare la palla ad altre persone che, come noi, hanno trovato nella scrittura un modo di evadere e comunicare i propri pensieri nell’enorme universo di internet :-)


Comincio dalle domande di Andy Caruso:
DA QUANTO TEMPO HAI APERTO IL TUO BLOG? La prima risposta a cui ho pensato è stata: da pochissimo! E invece, andando a vedere il primo post, mi sono accorta che sono quasi 3 anni che scrivo qui. E ancora non ne sono stufa!
DI COSA PARLA IL TUO BLOG? Di me. Nuda e cruda. Cinica e ironica, lagnosa e propositiva. Io e la mia ciccia alle prese col mondo.
HAI UN ANIMALE DOMESTICO? Mio marito conta?
IL TUO CIBO PREFERITO? Diciamo che non ho un cibo che non mi piace :-(
LA PROSSIMA TAPPA DA VISITARE? Barcellona e le rotondità architettoniche di Gaudi.
SE IN VALIGIA PUOI PORTARE SOLO 2 COSE, QUALI SAREBBERO? Un libro di S. King e una tavoletta di cioccolato gianduia con nocciole intere del piemonte.
CANZONE O CANTANTE PREFERITO? Tra gli italiani Samuele Bersani, tra gli stranieri Skin.
SPORT PREFERITO? Sport? Cos’è??? A parte gli scherzi, mi piace il (giocatori di) rugby :-)
MIGLIOR PREGIO E PEGGIOR DIFETTO? Uno per entrambi: la mia etica. Molti confondono la mia educazione con la debolezza, la mia cortesia con la stupidità, la mia umiltà con l'ignoranza.
FIDANZATO/A SPOSATO/A ? Sposata con un santo. E martire.


Le domande di Dipendente Cronica sono: 10 cose che nessuno sa di te.
  1. Sorrido spesso alla gente che incontro per strada anche se dentro brucio. Quando sono da sola o in famiglia sono una musona rompiballe.
  2. ADORO i cani.
  3. Quando sono assorta, la mia posizione da pensatore, prevede che o mi infili un dito nel naso o mi morda le labbra. Mai contemporaneamente e, per ora, mai in pubblico.
  4. Sogno molto e faccio dei sogni molto realistici. Spesso mi sveglio stanca perché “vivo” le situazioni oniriche che mi si presentano.
  5. Ho una fantasia galoppante che mi porta a sognare vividamente anche ad occhi aperti. Per questo appaio sempre distratta e sovrappensiero. Per lo stesso motivo, credo che una buona parte delle persone che mi conoscono pensi che abbia un qualche ritardo mentale e, in un modo o nell’altro, me lo fanno notare.
  6. Sono una caffeinomane.
  7. A volte ho una comicità tale che sembro la parodia di Zelig. Riesco a dire delle nefandezze tali che, in momenti di lucidità, mi lasciano perplessa.
  8. Soffro molto la solitudine.
  9. Nella vita reale non riesco ad esternare il mio vero essere, non riesco a farmi capire.
  10. Credo di non aver mai conosciuto il significato del termine “senso di sazietà”.

Passo la palla a:
  1. ARIANNA
  2. SARA
  3. CASSIERA IN BILICO
  4. GRIMILDE
  5. VIVIANA
  6. OMMIODIOMISPOSO
  7. QUEL GENIO DI MIO MARITO
  8. MISANTROPHIA
  9. VANESSA
  10. ERIKA
  11. JO
  12. V.
  13. CRISTINA
  14. DAISY
  15. LEONE IN GABBIA
  16. ONTANO VERDE
  17. CHERRY TIME
  18. ANGIE
  19. PATALICE
  20. MISS PANSY
Le mie domande sono:

  1. Qual è il libro in cui vorresti vivere?
  2. Se la tua vita potesse essere una canzone, quale la rappresenterebbe?
  3. Perché curi un blog?
  4. Qual è il tuo sogno nel cassetto?
  5. Il primo pensiero della mattina dopo “devo fare la pipì”?
  6. Ti chiama Obama e ti dice che…
  7. L’ultima volta che hai riso è stato per?
  8. Se ci fosse una lotteria dei desideri, cosa vorresti vincere?
  9. Ti senti bene nel tuo corpo?
  10. La prima cosa che viene in mente. Scrivi senza pensarci troppo su!

Aspirazioni e inspirazioni

Mi sono svegliata che mi sentivo donna e non la brutta copia del muratore bergamasco che indosso di solito. Sull'onda di questa sconosciuta femminilità, ho voluto assecondare l’ormone impazzito. 
Ho sostituito le scarpe da ginnastica – mai usate per fare ginnastica, solo per mera comodità – con l’unico paio di stivali che possiedo e in cui entra il mio polpaccio da calciatore: anfibi neri, tipo militare, “addolciti” da un paio di borchiette in croce che, all'aeroporto, qualche tempo fa, mi costrinsero ad un defilé scalza mostrando a tutti i presenti i miei sexissimi calzettoni a righe blu e bianche.
Ho sostituito il maglione modello “coprimitutta” con una maglia leggermente scollata e un po’ attillata. Quel poco di attillato che delinea la forma di un corpo senza però soffermarsi troppo sui rotoloni di ciccia modello maniglioni antipanico da utilizzarsi anche nelle situazioni di emergenza.
Il jeans è rimasto lo stesso per non stravolgere troppo il mio Io.
La chioma l’ho sciolta al vento…avessi avuto un serpente per capello, sarei stata la copia esatta di Medusa. Incluso lo sguardo becero.
Invece del solito cappotto alla Zio Fester, visto il clima fintamente primaverile, mi sono concessa un trench annodato in vita per gridare al mondo che, seppure in larga scala, ho anche io un punto vita. Ho messo quindi in mostra il mio perfetto fisico a clessidra abbandonando la silhouette da Barbapapà che mi regalava il mio precedente cappotto svasato.

Passeggiavo allegra e pimpante tra la gente, mi muovevo con passo suino e sguardo languido, conscia della mia possente femminilità, quando uno mi adocchia e mi fa:
“Complimenti signorì…” con tanto di strizzata d’occhio!
Già il fatto di avermi approcciato come signorina e non come signora, gli ha fatto guadagnare un bonus iniziale di 1000 punti
Per la strizzata d’occhio, al momento, sono ancora dibattuta se si trattasse di occhiolino o di congiuntivite. Nel dubbio facciamo finta che ci stesse provando.
Io gli ho sorriso e sono sfrecciata via come una dea. “Dea” è da intendersi come abbreviazione del termine “deambulante”.
Nei film, in una situazione del genere, lui è alto, muscoloso, bellissimissimo e con un sorriso a 342 denti bianco ottico, come solo gli agenti immobiliari sanno avere.
Nei film, però, anche lei è alta, tonica, bellissimissima e con un culo scolpito, come solo le brasiliane sanno avere.
Nella realtà, io sono io.

Lui è un vecchietto ringalluzzito. Età stimata: 84 anni.


Dio, se non puoi mandarmeli belli, mandameli almeno giovani!

Ce la posso fare...

Vi ricordate questo post?
Ecco.



domenica 23 febbraio 2014

Io non sto bene. Capitemi.

Un giorno mi vergognerò delle cazzate che scrivo.
Oggi non è ancora quel giorno.
Aprimo il filone “C’era una volta…”. L’idea mi è venuta un giorno che passeggiavo al parco con la testa piena di pensieri di quel colore nero che sono le seppie sanno produrre. Sapevo che per solidarietà all’umore, anche la mia postura aveva assunto un andazzo calante e che il broncio spadroneggiava sul mio faccione. Dovevo fare qualcosa che mi tirasse su e quindi, non avendo pensieri positivi a portata di mano su cui rimuginare, ho cominciato a raccontarmi una storia. Una a modo mio, ovvio.
Lo so che non è un atteggiamento normale ma ognuno ha le sue armi di difesa. Queste sono le mie.
Un giorno mi analizzeranno e risolveranno il mistero della mia psiche.

Ho acceso l’interruttore della fantasia e…

P.s. se hai letto e hai una storia preferita da farti storpiare, scrivimi qui: cuordiciccia@gmail.com

Ciccianeve

C’era una volta, in paese molto lontano, un regno fatato governato da un re un poco sfortunato.
La sua unica figlia era un po’ cicciottella e non riusciva a trovare marito. Non era nemmeno tanto giusta di testa visto che, invece di andare dalla DeFilippi come tronista, passava il tempo a chiacchierare allegramente con uccellini e animalucci vari nel bosco. Dato che stava sempre in mezzo alla foresta dove il sole non riusciva a toccarla, per via di quel suo colorito da mozzarella scaduta, veniva affettuosamente chiamata Ciccianeve.
Reginacattiva quando faceva l'attrice
e impersonava Crudelia Demon
La poca fortuna del re si manifestava, ahi lui, anche in amore. Dopo il divorzio dalla prima moglie che era scappata con lo stalliere – alto, moro e con gli occhi verdi - si era messo con una soubrette in decadenza della tv locale che passava il tempo a ricordare le vecchie comparsate televisive e a rimpiangere gli anni che passavano inesorabili nonostante il magico aiuto della chirurgia plastica. Questa donna, di una simpatia innata, veniva chiamata da tutti, poco affettuosamente, Reginacattiva.
Reginacattiva, che pure aveva i suoi problemi mentali, amava dialogare spesso con lo specchio, l’unico in grado di rimandarle l’immagine dell’essere che più amava: se stessa.
“Bella…tu sei bella di padella, mia sovrana…ma la tua pelle non è più di porcellana! Al mondo una fanciulla c’è che ha la pelle più liscia di te!”
“Ah, guai a lei! Dimmi il suo nome!”
“Ha la bocca di bignè e spettinati i capelli, come mozzarella è bianca…
“Ah…Ciccianeve!!!”
Essendo cicciotta infatti, il grasso sottocutaneo faceva da filler naturale per cui Ciccianeve aveva la pelle liscia e vellutata come una pesca, nonostante l’età non proprio verdissima. Reginacattiva invece, un po’ per gli anni sul groppone, un po’ per le diete drastiche a cui si sottoponeva ripetutamente, aveva sviluppato una serie di grinze sulla faccia che, né il chirurgo, né il miglior ferro da stiro del castello, erano stati in grado di lisciare. Per poter primeggiare, le restava una sola cosa fa fare: eliminare la sua rivale!
Fu così che chiamò un dietologo, il peggiore della sua specie, e gli ordinò di eliminare Ciccianeve sottoponendola ad una dieta, la più drastica e sbilanciata possibile, affinché potesse raggrinzirsi come una prugna californiana essiccata dal micidiale effetto lassativo.
Appena Ciccianeve scorse il dietologo, temendo per la sua sorte fuggì dal castello. Nella corsa scoordinata e sgraziata,  cadde presto svenuta nel bosco. A sera, un gruppo di nani salutisti che gestiva un servizio di autogru, si accorse del suo corpo e, impietositi, la trainarono fino alla loro casetta.  Qui, si presero cura di lei e, quando si riprese…
“Ciao Ciccianeve, ben svegliata. Visto che ti abbiamo soccorso, dovrai esserci riconoscente, pertanto pulirai, stirerai, cucinerai, spolvererai per noi. E quando ti avanzerà del tempo, verrai a lavorare anche nella nostra ditta che sei grande e forte e sei proprio adatta a fare da rimorchiatore. Se accetterai, resterai con noi e abbraccerai la nostra filosofia salutista rinunciando a tutto il cibo spazzatura che esiste al mondo”
Ciccianeve, riconoscentissima, rispose: “Che culo, eh! Non è che potreste riportarmi dove mi avete trovato e lasciarmi morire lì?”
Ma ormai i nani erano decisi a tenersela e quindi lei dovette rassegnarsi.
Nel frattempo Reginacattiva, sapendo che il dietologo aveva fallito, scoperto dal fido specchio dove si trovava Ciccianeve, decise di agire in prima persona.
Si struccò ben benino, si tolse le extension e si decolorò i capelli…
“Toc toc”
Mentre Ciccianeve era intenta a pulire la casa dei nani, sentì bussare alla porta, aprì e si trovò di fronte una vecchia babbiona…
Reginacattiva si dirige furiosa
verso la casa dei nani
“Ciao vecchia babbiona, cosa fai qui nel bosco?”
“Ciao Ciccianeve, vedo che i nani ti hanno insegnato l’arte del complimento…  Sono venuta a regalarti una mela, non vuoi mangiarla?”
“Una mela??? Vivo con dei nani salutisti e tu mi offri una mela???”
“Capisco… aspetta un secondo”
Reginacattiva, nelle vesti della vecchia babbiona, si frugò nelle tasche e…
“E un cioccolatino ti andreb…
Non terminò di parlare che Ciccianeve stava già masticando…il veleno di cui era pregno il dolcetto agì immediatamente e la nostra eroina cadde a terra, morta.
Reginacattiva se ne andò trionfante mentre spettò ai nani la triste scoperta.
“Che peccato” si dissero “proprio ora che avevamo trovato qualcuno che ci sistemasse casa”
Dopo un momento di cordoglio, la trainarono nel bosco e la lasciarono lì.
Durante la notte, passò di lì un giovane scienziato, vide il corpo inerme di Ciccianeve e si avvicinò incuriosito.
“oh, poverina, chissà da quando tempo sei morta, hai un colorito penoso…”
“A dir la verità, è il colorito naturale…sono Ciccianeve e non sono morta. Il quantitativo del veleno che mi hanno somministrato era troppo esiguo per il mio corpo. Sto solo fingendo per poter scappare dalle grinfie di perfidi nani salutisti e schiavizzatori…”
“Oh, Ciccianeve, se vuoi posso salvarti io, ti posso portare al mio laboratorio dove potrai pulire, stirare, cucinare e spolverare per me!”
“Sono proprio una ragazza fortunata… “
“… saprò come ricompensarti!”
“Con tutto il tuo amore?”
“Ho inventato una pozione magica che inverte le calorie: più mangerai, più dimagrirai. Vuoi testarla?”
“…sento già d’amarti!”

Ciccianeve dopo la cura
E fu così che vissero felici e contenti. La sperimentazione funzionò: Ciccianeve dimagrì, lo scienziato si arricchì. I nani aprirono un centro di riabilitazione alimentare mentre Reginacattiva, incontrando struccata la DeFilippi, trovò successo in tv come sostituta di AngelaFavolosaCubista. Il re e il dietologo iniziarono una relazione che ancora oggi li rende felici.

domenica 9 febbraio 2014

Pulizie di PrimaVera

Oggi ho aperto l’armadio.
Di solito - mi confesso senza pudore, lo sapete - pigra e disordinata fin nel DNA che immagino come una serie di pallette colorate poste in maniera disordinata e caotica su due nastri virtuali, tengo quei 4 vestiti che mi entrano su una sedia in camera.

L’armadio è per me solo un grande contenitore pieno di cose comprate sulla fiducia che “forse, un giorno” mi entreranno e indosserò. Non si dica mai che non sono una tipa speranzosa.
L’armadio è in camera da letto. Ogni giorno ci incrociamo, ci scambiamo un saluto frettoloso con un cenno del capo (per la precisione lui sbatte leggermente un’anta) e poi ognuno alla sua giornata. Io dietro le scartoffie del lavoro e lui, boh, passerà il tempo a contare gli acari…
Stamane, non so cosa mi fosse preso, mi sono fermata a guardarlo.
Alto e longilineo, si imponeva sulla stanza. Con gli occhi di specchio splendente rifletteva una forma che, asseriva, apparteneva a me.
Guardavo quell’immagine e non mi riconoscevo: i capelli arrufati da “è domenica e non mi va nemmeno di pettinarmi”, il pigiamone in pile sformato su un corpo ancor più sgualcito del tipo “è domenica e mi vesto un po’ alla membro di segugio”, le ciabattone e i calzettoni a righe del tipo “voglio sedurti!”.
“Specchio! Specchio delle mie brame, quand’è che sono diventata la nonna del reame???”
L’armadio ha sorriso beffardo sotto baffi di polvere e mi ha detto: “Vada per l’aspetto discutibile ma non venirmi a dire che ti aspetti davvero che lo specchio ti risponda!”
“Tu mi rispondi! Perché lo specchio non dovrebbe?”
“Io sono una voce nella tua testa e c’è un bel po’ di confusione qua dentro, sarà il caso di fare un po’ di ordine?”
E sia!
Ho aperto l’armadio che era più semplice che aprirmi la testa. Ho buttato all’aria tutto quello che c’era!
Miracolo dei miracoli ho trovato degli abiti che riuscivo ad indossare!
In altri entravo insacchettata come una mortadellona ma … ci entravo!
La cosa più bella ed emozionante è stato riempire una bustona di abiti che … mi andavano troppo grandi!
Ho pensato a quanto tempo ho tenuto quelle ante chiuse mentre il mio corpo lentissimamente mutava e si riduceva, di millimetro in millimetro, di grammo in grammo, fino ad entrare in abiti che la mia testa aveva destinato al cassetto del “chissà, forse un giorno…”
Quante cose abbiamo destinato a quel cassetto? Non parlo solo di vestiti, mi riferisco ai sogni, alle asprirazioni, ai desideri che abbiamo sempre inteso irraggiungibili. Voglio aprire tutte le porte, tirare fuori i sogni impolverati, le aspirazioni ammuffite. Diamo aria ai desideri!

Nei cassetti, da oggi in poi, voglio tenere solo i mutandoni della nonna. I sogni voglio mettermeli negli occhi!
Immagine presa da qui: http://massimocavezzali.blogspot.it/2012/04/cavezzali-il-cuore-nel-cassetto.html
Dedicato ad Arianna :-)

lunedì 27 gennaio 2014

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Qui vicino hanno aperto una palestra.
Già.
Una roba futuristica, un nome tipo “AREA51” con strani loghi verdi e una specie di alieno come mascotte.
In principio, guardando da fuori la struttura, prima di sapere che si trattasse di una palestra, pensavo che fosse qualche centro per appassionati di ufo e altre amenità che girano dentro e fuori l’universo.
Poi un giorno che avevano lasciato la porta aperta, passandoci di fronte, il mio occhio curioso ha identificato bilancieri e inconfondibili macchine da tortura e non ho avuto più dubbi: il nemico mi aveva raggiunto.
Ho sempre creduto di lavorare in un luogo incontaminato dal furore del fitness: un luogo circondato da pasticcerie, rosticcerie e gastronomie, un luogo con un così alto tasso di persone anziane da sembrare l’estensione di un reparto di geriatria. Unico neo presente, è una piscina in cui anziani e bambini, costumati e non, si affannano a sconfiggere la forza di gravità e l’inesorabile avanzare dell’età a suon di bracciate.
Purtroppo però, come dice il proverbio: se Maometto non va alla montagna, è la montagna ad andare da Maometto. Visto che io non sono degna del nobile profeta, di fronte all’arrivo di cotanta montagna, ho pensato subito ad una frana e mi sono spaventata.
Che Tragedia!
Una palestra sotto l’ufficio!
A chi avrei potuto più vendere la scusa che non andavo in palestra perché, uscendo tardi da lavoro, non potevo scegliere gli orari che mi facevano più comodo???

Il giorno dell’inaugurazione mi sono appostata dietro la colonna di un porticato per studiare il nemico: cercavo infatti tra gli utenti qualcuno affetto da cicciosità persistente o afflitto da rotondità moleste. Se avessi trovato qualche mio simile, avrei anche potuto farmi coraggio…
A poco a poco, una manica di ipertrofici e di snellezze ha iniziato ad invadere gli spazi – i miei spazi! – e laddove amavo sostare dopo una passeggiata nel parco, si è saturato di giovani e vigorosi palestrati intenti a fumarsi una sigaretta o a chiacchierare dell’ultimo integratore iperqualcosa.
Il nemico aveva portato a termine l’invasione.
Potevo solo rassegnarmi e monitorare la situazione in cerca di miei simili per poter tentare un piccolo contatto, sventolando in via preventiva bandiera bianca.

Stamane l’apoteosi del dramma.
Sebbene fossi stata sempre attenta a tenermi lontana dal fronte nemico, mi sono trovata a tu per tu con Uno di Loro.
Capitemi: pioveva ed ero distratta, proprio non avevo visto la sentinella che sostava attenta sulla soglia della struttura.
Me lo sono trovata di fronte con un sorriso a 342 denti, come solo gli agenti immobiliari e gli istruttori sanno fare. Mi ha subito detto “Ehi, ciao, posso rubarti un minuto?”
Colta di sorpresa non ho capito immediatamente chi fosse e da dove provenisse. Guardando quell’alieno sul logo, ho pensato subito a E.T.. Gli ho risposto: “Vuoi un telefono?”
Lui mi ha guardato stranito e un po’ titubante: “Come?”
Il criceto che mi girava nel cervello è sceso dalla ruota e mi ha urlato: “Cretina, è un Tizio della palestra, non E.T. che cerca di telefonare a casa!”
Riprendendomi: “Scusa, ero distratta, dicevi?”
Lui: “E’ un po’ che ti vedo qui attorno, pensavo che fossi interessata ai nostri corsi, ne facciamo anche personalizzati…
“Che culo, eh!” ho bisbigliato tra me e me ma forse poco silenziosamente visto che ha sbarrato gli occhi
Imperterrito ha continuato: “..ehm, ho pensato di fermarti, magari sei interessata ma forse per un po’ di timidezza non hai chiesto…”
“Eh, sì, è proprio per la timidezza!” ho detto arrossendo, più per la figura di M che per reale introversione.
“E’ un ambiente giovane, potresti farti nuovi amici! Abbiamo aperto da poco e abbiamo tante promozioni. Ti ho visto spesso girare qui attorno, ti va se ti faccio vedere il locale? “
…al ripetere del “ti ho visto spesso”, credo di aver cambiato colore della faccia almeno 4 volte: rosso da “che figura di M…”, bianco da “ommioddio mi hanno scoperto”, verde da “fatti i fatti tuoi”, blu cianotico da “adesso mi butto a terra e faccio finta che sono morta”
“C R E D I M I, verrei a vederla anche ora ma sono in ritardassimo, ma proprio issimo issimo. Certo che sono interessata, perché non dovrei! Magari passo dopo eh! C R E D I M I, passo dopo!”

Ma anche no, eh.

Da domani si cambia strada.

giovedì 16 gennaio 2014

Io volevo solo un pantalone

Io volevo comprarmi un pantalone.
Solo un pantalone, lo giuro.
Credetemi: non volevo rifarmi il guardaroba, non cercavo capi astrusi o quelle stramberia della moda che si vedono spesso in sfilata e che nessuno, nemmeno gli stilisti che li hanno prodotti, probabilmente sotto effetto del Guttalax, hanno il coraggio di indossare.
Io cercavo solo un pantalone, qualcosa in cui infilare le gambe per celarle al mondo.
Non avevo pretese, eh! Volevo un pantalone semplice, preferibilmente nero.
Eppure…eppure qualcosa non ha funzionato.
Il negozio era quello giusto, ne sono certa. Già prima di andarci mi ero informata sull'esistenza o meno del reparto OrcaAssassina o, in mancanza di questo, il reparto Premaman che, si sa, la panza è panza, non fa discriminazioni di contenuto.
Appena arrivata nemmeno ho provato a dare un occhiata al reparto ManicoDiScopa: sono andata diretta all'angolo buio in cui nascondono i famigerati abiti over size.
Mi sono messa a sfogliare gli stand come pagine di un catalogo, inorridendo ad ogni scoperta:
  • Capi dai colori o troppo spenti o troppo accesi. Del tipo: o pronta per un funerale o pronta per il circo
  • Abiti dalle fantasie discutibili: dalla tigre ruggente sulla maglia (che indossata con una discreta pancetta fa effetto 3D), ai sempre attuali pois. Non credete però che siano stati pois piccoli come puntini, ero pois grossi come una mela, giusto a dire che anche il pallino era obeso
  • Paillettes ovunque, la fiera della sobrietà!

Io mi chiedo: una cicciona che non aspira a fare la cubista e che vuole solo andare in ufficio esercitando il pieno diritto all’anonimato nel vestire, come deve fare?
Con il senso estetico suicidatosi per disperazione, sono arrivata al reparto pantaloni: qui si variava dalla vita alta ascellare modello Fantozzi al famigerato leggins.
Quest’ultimo, per diabolica intenzione, era presente in ogni colore possibile ed immaginabile a mortificare la figura umana. Sia essa small o extra large, senza distinzione alcuna.
Di pantaloni neri, semplici e anonimi, ovviamente nemmeno l’ombra.

Il mio appello: cari signori disegnatori delle linee over size, non basta il fatto che io sia cicciona per essere visibile? Pensate che sia davvero necessario che mi vesta come un semaforo ubriaco per attirare l’attenzione? Che forse intendete dire che le vostre sono linee per taglie forti in quanto bisogna essere forti di stomaco per non rigettarle? O alludete alla forza di spirito per indossarle ignorandone l’estetica? Ai voi la parola.

venerdì 10 gennaio 2014

Caro Monti, io non mi annoio*



E’ già un mese che latito…e sì che venire a scrivere qui mi aiuta molto. 
Negli ultimi tempi sono stata prima travolta dal lavoro poi, quando sono andata finalmente in ferie, mi sono ritrovata con una connessione penosa.
Ho una doverosa premessa da fare. Qualche tempo fa avevo comunicato che mi era stata data la data di licenziamento: sarebbe dovuta essere Luglio, poi c’è stato uno slittamento a Dicembre con una serie “proviamo, vediamo se va, ecc.”. Insomma, la fiera delle certezze.
Quando a Dicembre ero ormai pronta ad appendere la penna al chiodo, ecco che arriva una botta di culo (scusate il francesismo ma non esistono termini migliori per rendere l’idea): ci affidano una commessa della durata prevista di circa un anno. Quindi, incrociando l’incrociabile, dovrei avere un altro anno di lavoro davanti. Certezze non ve ne sono, ci sono mille imprevisti ma una possibilità è sempre meglio di zero possibilità, no?

P.S. Oggi mi arriva la notizia che forse mi “prestano” ad un’altra impresa.
A che titolo non so, quando neppure, figuriamoci se so di chi si tratta.
Mi sento un po’ la sora Camilla, tutti la vogliono ma nessuno se la piglia.

Intanto vi auguro buon anno con l’espressione che io e mio marito abbiamo avuto quando abbiamo avuto il coraggio di pesarci:
* il titolo fa riferimento all'ex presidente del consiglio Monti che, parlando del posto fisso, lo definì noioso. Non aggiungo altro.

Penna e calamaro (fritto)

In super-ritardissimo, volevo dirvi che è uscito poco prima di Natale, dalla casa editrice Ottolibri, un e-book simpaticissimo "99 Rimostranze a Dio" scritto col contributo di ben 99 autori, non necessariamente aspiranti scrittori, di qualsiasi estrazione e professione. E' bellissimo come ognuno, sulla base del proprio vissuto, della propria cultura e delle proprie aspirazioni, abbia sapure regale un pezzetto del proprio essere.
Anche la vostra Cuore di Ciccia ci ha messo del suo!
Compratelo! E' un regalo simpatico per gli amici!
Per qualche estratto del libro andate qui: https://www.facebook.com/ottolibriedizioni
Per comprarlo: http://www.ottolibri.it/downloads/99rimostranze-a-dio-epub/