lunedì 27 gennaio 2014

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Qui vicino hanno aperto una palestra.
Già.
Una roba futuristica, un nome tipo “AREA51” con strani loghi verdi e una specie di alieno come mascotte.
In principio, guardando da fuori la struttura, prima di sapere che si trattasse di una palestra, pensavo che fosse qualche centro per appassionati di ufo e altre amenità che girano dentro e fuori l’universo.
Poi un giorno che avevano lasciato la porta aperta, passandoci di fronte, il mio occhio curioso ha identificato bilancieri e inconfondibili macchine da tortura e non ho avuto più dubbi: il nemico mi aveva raggiunto.
Ho sempre creduto di lavorare in un luogo incontaminato dal furore del fitness: un luogo circondato da pasticcerie, rosticcerie e gastronomie, un luogo con un così alto tasso di persone anziane da sembrare l’estensione di un reparto di geriatria. Unico neo presente, è una piscina in cui anziani e bambini, costumati e non, si affannano a sconfiggere la forza di gravità e l’inesorabile avanzare dell’età a suon di bracciate.
Purtroppo però, come dice il proverbio: se Maometto non va alla montagna, è la montagna ad andare da Maometto. Visto che io non sono degna del nobile profeta, di fronte all’arrivo di cotanta montagna, ho pensato subito ad una frana e mi sono spaventata.
Che Tragedia!
Una palestra sotto l’ufficio!
A chi avrei potuto più vendere la scusa che non andavo in palestra perché, uscendo tardi da lavoro, non potevo scegliere gli orari che mi facevano più comodo???

Il giorno dell’inaugurazione mi sono appostata dietro la colonna di un porticato per studiare il nemico: cercavo infatti tra gli utenti qualcuno affetto da cicciosità persistente o afflitto da rotondità moleste. Se avessi trovato qualche mio simile, avrei anche potuto farmi coraggio…
A poco a poco, una manica di ipertrofici e di snellezze ha iniziato ad invadere gli spazi – i miei spazi! – e laddove amavo sostare dopo una passeggiata nel parco, si è saturato di giovani e vigorosi palestrati intenti a fumarsi una sigaretta o a chiacchierare dell’ultimo integratore iperqualcosa.
Il nemico aveva portato a termine l’invasione.
Potevo solo rassegnarmi e monitorare la situazione in cerca di miei simili per poter tentare un piccolo contatto, sventolando in via preventiva bandiera bianca.

Stamane l’apoteosi del dramma.
Sebbene fossi stata sempre attenta a tenermi lontana dal fronte nemico, mi sono trovata a tu per tu con Uno di Loro.
Capitemi: pioveva ed ero distratta, proprio non avevo visto la sentinella che sostava attenta sulla soglia della struttura.
Me lo sono trovata di fronte con un sorriso a 342 denti, come solo gli agenti immobiliari e gli istruttori sanno fare. Mi ha subito detto “Ehi, ciao, posso rubarti un minuto?”
Colta di sorpresa non ho capito immediatamente chi fosse e da dove provenisse. Guardando quell’alieno sul logo, ho pensato subito a E.T.. Gli ho risposto: “Vuoi un telefono?”
Lui mi ha guardato stranito e un po’ titubante: “Come?”
Il criceto che mi girava nel cervello è sceso dalla ruota e mi ha urlato: “Cretina, è un Tizio della palestra, non E.T. che cerca di telefonare a casa!”
Riprendendomi: “Scusa, ero distratta, dicevi?”
Lui: “E’ un po’ che ti vedo qui attorno, pensavo che fossi interessata ai nostri corsi, ne facciamo anche personalizzati…
“Che culo, eh!” ho bisbigliato tra me e me ma forse poco silenziosamente visto che ha sbarrato gli occhi
Imperterrito ha continuato: “..ehm, ho pensato di fermarti, magari sei interessata ma forse per un po’ di timidezza non hai chiesto…”
“Eh, sì, è proprio per la timidezza!” ho detto arrossendo, più per la figura di M che per reale introversione.
“E’ un ambiente giovane, potresti farti nuovi amici! Abbiamo aperto da poco e abbiamo tante promozioni. Ti ho visto spesso girare qui attorno, ti va se ti faccio vedere il locale? “
…al ripetere del “ti ho visto spesso”, credo di aver cambiato colore della faccia almeno 4 volte: rosso da “che figura di M…”, bianco da “ommioddio mi hanno scoperto”, verde da “fatti i fatti tuoi”, blu cianotico da “adesso mi butto a terra e faccio finta che sono morta”
“C R E D I M I, verrei a vederla anche ora ma sono in ritardassimo, ma proprio issimo issimo. Certo che sono interessata, perché non dovrei! Magari passo dopo eh! C R E D I M I, passo dopo!”

Ma anche no, eh.

Da domani si cambia strada.

giovedì 16 gennaio 2014

Io volevo solo un pantalone

Io volevo comprarmi un pantalone.
Solo un pantalone, lo giuro.
Credetemi: non volevo rifarmi il guardaroba, non cercavo capi astrusi o quelle stramberia della moda che si vedono spesso in sfilata e che nessuno, nemmeno gli stilisti che li hanno prodotti, probabilmente sotto effetto del Guttalax, hanno il coraggio di indossare.
Io cercavo solo un pantalone, qualcosa in cui infilare le gambe per celarle al mondo.
Non avevo pretese, eh! Volevo un pantalone semplice, preferibilmente nero.
Eppure…eppure qualcosa non ha funzionato.
Il negozio era quello giusto, ne sono certa. Già prima di andarci mi ero informata sull'esistenza o meno del reparto OrcaAssassina o, in mancanza di questo, il reparto Premaman che, si sa, la panza è panza, non fa discriminazioni di contenuto.
Appena arrivata nemmeno ho provato a dare un occhiata al reparto ManicoDiScopa: sono andata diretta all'angolo buio in cui nascondono i famigerati abiti over size.
Mi sono messa a sfogliare gli stand come pagine di un catalogo, inorridendo ad ogni scoperta:
  • Capi dai colori o troppo spenti o troppo accesi. Del tipo: o pronta per un funerale o pronta per il circo
  • Abiti dalle fantasie discutibili: dalla tigre ruggente sulla maglia (che indossata con una discreta pancetta fa effetto 3D), ai sempre attuali pois. Non credete però che siano stati pois piccoli come puntini, ero pois grossi come una mela, giusto a dire che anche il pallino era obeso
  • Paillettes ovunque, la fiera della sobrietà!

Io mi chiedo: una cicciona che non aspira a fare la cubista e che vuole solo andare in ufficio esercitando il pieno diritto all’anonimato nel vestire, come deve fare?
Con il senso estetico suicidatosi per disperazione, sono arrivata al reparto pantaloni: qui si variava dalla vita alta ascellare modello Fantozzi al famigerato leggins.
Quest’ultimo, per diabolica intenzione, era presente in ogni colore possibile ed immaginabile a mortificare la figura umana. Sia essa small o extra large, senza distinzione alcuna.
Di pantaloni neri, semplici e anonimi, ovviamente nemmeno l’ombra.

Il mio appello: cari signori disegnatori delle linee over size, non basta il fatto che io sia cicciona per essere visibile? Pensate che sia davvero necessario che mi vesta come un semaforo ubriaco per attirare l’attenzione? Che forse intendete dire che le vostre sono linee per taglie forti in quanto bisogna essere forti di stomaco per non rigettarle? O alludete alla forza di spirito per indossarle ignorandone l’estetica? Ai voi la parola.

venerdì 10 gennaio 2014

Caro Monti, io non mi annoio*



E’ già un mese che latito…e sì che venire a scrivere qui mi aiuta molto. 
Negli ultimi tempi sono stata prima travolta dal lavoro poi, quando sono andata finalmente in ferie, mi sono ritrovata con una connessione penosa.
Ho una doverosa premessa da fare. Qualche tempo fa avevo comunicato che mi era stata data la data di licenziamento: sarebbe dovuta essere Luglio, poi c’è stato uno slittamento a Dicembre con una serie “proviamo, vediamo se va, ecc.”. Insomma, la fiera delle certezze.
Quando a Dicembre ero ormai pronta ad appendere la penna al chiodo, ecco che arriva una botta di culo (scusate il francesismo ma non esistono termini migliori per rendere l’idea): ci affidano una commessa della durata prevista di circa un anno. Quindi, incrociando l’incrociabile, dovrei avere un altro anno di lavoro davanti. Certezze non ve ne sono, ci sono mille imprevisti ma una possibilità è sempre meglio di zero possibilità, no?

P.S. Oggi mi arriva la notizia che forse mi “prestano” ad un’altra impresa.
A che titolo non so, quando neppure, figuriamoci se so di chi si tratta.
Mi sento un po’ la sora Camilla, tutti la vogliono ma nessuno se la piglia.

Intanto vi auguro buon anno con l’espressione che io e mio marito abbiamo avuto quando abbiamo avuto il coraggio di pesarci:
* il titolo fa riferimento all'ex presidente del consiglio Monti che, parlando del posto fisso, lo definì noioso. Non aggiungo altro.

Penna e calamaro (fritto)

In super-ritardissimo, volevo dirvi che è uscito poco prima di Natale, dalla casa editrice Ottolibri, un e-book simpaticissimo "99 Rimostranze a Dio" scritto col contributo di ben 99 autori, non necessariamente aspiranti scrittori, di qualsiasi estrazione e professione. E' bellissimo come ognuno, sulla base del proprio vissuto, della propria cultura e delle proprie aspirazioni, abbia sapure regale un pezzetto del proprio essere.
Anche la vostra Cuore di Ciccia ci ha messo del suo!
Compratelo! E' un regalo simpatico per gli amici!
Per qualche estratto del libro andate qui: https://www.facebook.com/ottolibriedizioni
Per comprarlo: http://www.ottolibri.it/downloads/99rimostranze-a-dio-epub/